Fatture consumi energia, dov’è la frode?
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Fatture elettriche, più di qualcosa non quadra. Partiamo dalla realtà dei fatti o meglio dire irrealtà: le bollette sui consumi. Il costo per l’elettricità pro capite parte mediamente da 90-100 euro a bimestre, pian piano incrementa, fino a raggiungere quota 140, per poi sfiorare addirittura i 200 euro. L’abitazione è la stessa, unico inquilino. Come è possibile? Un gioco illusionistico? Nella fatturazione da 200 euro (da Gennaio è stata semplificata) i consumi di elettricità pesano per 68 euro (contro precedenti decisamente inferiori), mentre il raddoppio dell’importo è dovuto alla voce fornitura e gestione del contatore. Poi ci sono altri addebiti, 28 euro per gli oneri del sistema, che appare un vocabolo sconcio, e forse lo è, più 2 euro di spedizione lettera e 2 euro per il bollettino postale allegato. Infine, dulcis in fundo il guazzetto dell’Iva: 36 euro, et voilà la pietanza è servita fredda. A codesto punto ci si interroga su quanto possa giungere a pagare un nucleo familiare composto da quattro persone. Se questo computo proporzionale fosse esatto, oltre 400 euro a bimestre, una stoltezza tutta italiana.
L’Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idraulico, rileva che sarebbe opportuno controllare il contatore ed i valori di consumo erogati, per poter far comparazione con le richieste avanzate, e altresì segnala, che il sistema di semplificazione della bolletta è già in atto, ma andrà a regime solo fra tre anni. Per le famiglie, il costo fisso del servizio, aumenterà con la crescita del consumo. Tal prezzo, però, non è stato ancora stato stabilito entrerà in vigore. Le società energetiche avranno così, tutto il tempo di poter lucrare a loro piacimento, e al contempo aver mossa di poter escogitare altri trucchi per eludere la normativa. C’è anche da chiedersi quanti siano in grado di saper ben decifrare la lettura del contatore per contestare i consumi esibiti dal fornitore. Potrebbe persino accadere, ed accade, che un eventuale conguaglio venga inserito in bolletta nel bimestre successivo, senza far bella mostra di sé. Si dirà che non è vero, ma allora come si spiegano le forti impennate di consumo, quando non vi sono motivazioni valide? Allora che fare? Opposizione con un avvocato? I costi salirebbero ancora. Alla fine, tutti giù la testa, per il sollazzo delle società di erogazione.
di Roberto Casalena