Bollette non pagate: Crif e pignoramento, come difendersi dalle utenze
Recupero crediti bollette del telefono, luce, acqua e gas: quali conseguenze per l’utente moroso?
Sono sempre più frequenti i casi di bollette non pagate e, con esse, i tentativi delle società di recupero crediti di ottenere il versamento spontaneo del dovuto. Tentativi tanto più difficili se si tiene conto del fatto che, ormai, le bollette di luce, acqua e gas hanno tempi di prescrizione più brevi: non più cinque ma due anni, come previsto da una legge del 2017 . Naturalmente, c’è sempre la possibilità di interrompere la prescrizione con una raccomandata contenente una diffida, ma se le società fornitrici dovessero spendere 4 euro per ogni utente moroso affronterebbero dei costi eccessivamente gravosi. Ecco perché si dà mandato ai call center di tentare un ultimo e bonario contatto con il cliente per ottenere un adempimento spontaneo.
In questa sede, gli operatori – che purtroppo vengono in parte pagati a percentuale sul recuperato – tentano ogni espediente pur di convincere il moroso a regolarizzarsi. I più scorretti minacciano conseguenze legali improbabili o addirittura impossibili. Per le bollette non pagate si arriva così a parlare di Crif e pignoramento. Succede assai spesso. Ne è testimone anche il motore di ricerca più famoso del mondo – Google – che, grazie al suo algoritmo di suggerimento delle ricerche più digitate, dopo la voce bollette non pagate, consiglia subito le parole Crif e pignoramento.
Ed allora è bene comprendere se c’è davvero correlazione tra tali concetti e se si può effettivamente temere conseguenze di questo tipo in caso di morosità nel pagamento delle fatture della luce, dell’acqua, del gas o del telefono. Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Bollette non pagate: pignoramento
Si può subire un pignoramento per una bolletta non pagata? La risposta è assolutamente no. Prima di qualsiasi azione esecutiva, il creditore deve essere in possesso di un “titolo” ossia una condanna del giudice. Questa condanna può essere una sentenza o – nel nostro caso più probabile – un decreto ingiuntivo. Di qui il problema si sposta su un altro piano: è davvero possibile un’azione giudiziaria per una o più bollette non pagate? Al di là del fatto che la società fornitrice è in grado di limitare il danno da morosità sospendendo la fornitura ed evitando che il debito cresca troppo, c’è un discorso di opportunità: un decreto ingiuntivo o una causa per piccole cifre è assai improbabile. Ne abbiamo parlato in Decreto ingiuntivo per 100 euro. Se è vero che il fornitore non è propenso ad affrontare le spese per le diffide con raccomandata, si può comprendere con quanta riluttanza possa agire davanti a un giudice di pace per il recupero di un credito così basso. I costi legali sarebbero troppo elevati.
È vero che esiste sempre la condanna alle spese processuali nei confronti della parte soccombente (in questo caso l’utente), ma non è detto che si tratti di un soggetto solvibile (si pensi a un anziano con una pensione al di sotto del minimo vitale, quinti impignorabile).
Se, quindi, l’operatore del call center di recupero crediti ti dice che, per le bollette non pagate, si rischia il pignoramento non ti sta dicendo una bugia, ma una cosa assai improbabile. In parte perché, prima del pignoramento è sempre necessaria l’azione giudiziale, con conseguente spreco di tempi e di costi; in parte perché sono estremamente rari i ricorsi al giudice per importi irrisori.
Bollette non pagate: Crif
Sentirai qualche operato del call center minacciarti di segnalazione alla Crif. Qui siamo nell’ambito delle bugie. La Crif è infatti una società privata che valuta l’affidabilità bancaria di un soggetto che ha o ha avuto rapporti con istituti di credito. Essa raccoglie tutti i dati relativi a pagamenti o inadempimenti. Non solo, quindi, i cattivi pagatori.
Di conseguenza, le segnalazioni alla Crif – così come quelle alla Centrale Rischi – scaturiscono solo da contratti di mutuo, finanziamento, conto corrente, apertura di credito e qualsiasi altro rapporto giuridico con intermediari finanziari. Le società della luce, acqua, gas e telefono non sono tali. Per cui, se non paghi una bolletta non vieni segnalato né in Crif né alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Le società fornitrici di energia elettrica, gas ed acqua si approfittano soprattutto degli ignoranti, che sono la maggior parte degli utenti. Facciamo un esempio: giunge una bolletta di conguaglio di 800 euro, per un anno di utenza, quando la stima mensile dell’utenza era di 80 euro mensili ora se l’utente avesse saputo dall’inizio i contatori sono online, e quindi l’azienda sapeva avesse comunicato che la bolletta era tra i 180/200 euro, lo stesso utente poteva cambiare tra i vari fornitori sul mercato. Quindi se nonostante i contatori online, l’azienda non è in grado di fornire dati certi sui consumi, l’utente è stato penalizzato con dati presunti e falsificati. Di qui bollette di conguaglio abnormi, che l’utente avrebbe potuto evitare se avesse avuto dati certificati sulle mensilità di cui ha usufruito. In questi casi l’utente appena ricevute le bollette di conguaglio unilaterali, deve immediatamente staccare la spina, e passare ad altra società. In tal caso energia elettrica, gas ed acqua non verranno distaccate ed il “truffaldino” con cui si era abbonati se la prenderà in quel posto, che tutti conoscono. Poi ci saranno gli avvocati preposti dalle stesse società che intimidiranno il pagamento. Non si deve più pagare un bel nulla. Il torto è loro. Se le bollette pagate fossero state foriere puntuali di verità, il cliente vedendo prezzi anomali avrebbe potuto cambiare già dall’inizio l’utenza. Fatto sta che le società fornitrici dei servizi dei cui sopra, si approfittano dell’ignoranza della gente.