Malati di cancro bancomat per mafia e sprechi
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Malati di cancro usati come bancomat per mafia e sprechi. Ci hanno sempre insegnato che la cura principale dei tumori è la chemioterapia, cioè terapia a base di sostanze chimiche. Si sono però dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Un malato di tumore viene avvertito che la chemio provocherà nausea, vomito, che cadranno i peli del corpo compresi i capelli. Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta per quella malattia, si stringono i denti e si firma il consenso informato. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che (solamente!) maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati! Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto: “stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni” Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”. L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che la l’oncologia moderna per curare il cancro, utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene, mutagene, e teratogene. Qualcosa non torna: ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e quasi sempre sottopeso, vengono iniettate delle sostanze così tossiche?! Questo apparente controsenso, se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta avvelenando – si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la medicina, ma questo è un argomento che affronteremo più avanti Dal sito dell’A.I.A.N., Associazione italiana per l’assistenza ai malati neoplastici si evince il costo di un trattamento chemioterapico. “Il costo medio dei cicli chemioterapici che differiscono sostanzialmente nella composizione, varia sensibilmente in base ai farmaci. Comunque il costo si aggira su svariate decine di migliaia di euro per i vari cicli, fino a 50.000€. L’illusione che la chemioterapia sia gratuita, cade alla considerazione che il cittadino e l’ammalato, i contribuenti, la pagano allo Stato sotto forma di prelievi fiscali. A questi costi esorbitanti si aggiungono gli oneri elevati dell’indotto, ad esempio il trapianto di midollo può comportare la spesa di oltre 50.000€. L’efficacia temporanea e limitata, l’assenza di effetti risolutivi, l’elevata tossicità rendono ancora più irrazionale ed inaccettabile un così elevato onere finanziario della chemioterapia”. Mentre nel “Giornale italiano di Farmacia clinica” del 21 febbraio 2007 sono stati pubblicati i costi per “l’uso dei farmaci citotossici nei cicli di chemioterapia ‘platinum-based’ analizzati per una corte di 100 pazienti e 6 cicli di terapia”.
1. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
2. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
3. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
4. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 409.020,00 euro
5. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
6. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro.
Per le alternative, ecco la “super” risonanza magnetica combinata, con un macchinario che emette ultrasuoni ad altissima intensità focalizzandoli in un punto in modo da “bruciare” con precisione, in modo non invasivo, e con l’assenza quasi totale di effetti collaterali le cellule maligne. Il macchinario è stato inaugurato a Maggio 2015 presso l’Irst (Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori). Una cura all’avanguardia a basso costo per tutti i malati
Ci auguriamo che il ministro prenda visione di questo articolo, lo faccia suo, e stili un serio programma per il rilancio. Basta esser proni al dictat delle Mafie di settore. Ed allora proviamo a suggerile noi, qualche stratagemma, altro che tagli. Vediamo: 1) Togliere la convenzione Asl alle cliniche. Creare poli sanitari, cioè ospedali privati convenzionati, con un piano da attuare in 5-10 anni. 2)Abolizione intramoenia negli ospedali e all’interno dei poliambulatori Asl. 3) Controllo dei medici di base, diminuzione del massimale quota pazienti pro capite da 1500 a 500, con aumento dello stipendio del 30%. 4) Chiudere i piccoli ospedali o ingrandirli e costruirne nuovi. 5) Apertura di un centro di ascolto nazionale unico super partes, dove i cittadini possano segnalare i malfunzionamenti e malaffare, da inoltrare direttamente nelle mani della magistratura. Nelle segnalazioni dovrebbe anche trovare spazio il merito, attraverso un sistema classifica di rendimento. 6) assunzione di tutti precari con stipendi adeguati 7) dedicare maggiori risorse un esempio? Riaprire i bordelli di Stato, che in Germania rendono allo oltre 6 miliardi l’anno, ma che in Italia potrebbero fruttare il doppio.