L’Inps sbaglia e a rimetterci saranno pensionati e disoccupati. Fisco in agguato

L’Inps ha sbagliato le Certificazioni uniche e ora corre ai ripari inviando quelle corrette per rifare la dichiarazione dei redditi. Ecco le conseguenze.

C’è il rischio concreto che pensionati, disoccupati e cassintegrati finiscano sotto la lente del Fisco e che siano oggetto di accertamenti mirati. Ecco perchè: Potrebbero avere riportato dei dati sbagliati nella dichiarazione dei redditi. Non per colpa loro, ma per colpa dell’Inps, che ora si è accorto dell’errore e sta inviando una nuova Certificazione unica 2020 che «annulla e sostituisce quella precedente», come scrive l’Istituto in una nota.

La nuova Certificazione, spiega l’ente, si è resa necessaria «perché le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019». Un clamoroso errore, quindi (quale, non si sa), che può aver generato centinaia di migliaia di dichiarazioni sbagliate (nemmeno il numero esatto si sa).A chi ha percepito, dunque, la pensione o l’indennità di disoccupazione o di cassa integrazione dall’Inps non resta, dunque, che rifare la dichiarazione (anche quella precompilata) con ravvedimento, visto che i termini di presentazione sono scaduti. In caso contrario, potrebbero sentirsi bussare alla porta dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate per un accertamento fiscale. Coinvolti anche i professionisti, dei patronati e dei Caf che ora verranno chiamati a metterci una pezza, sia per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi sia per la dichiarazione Isee, che può riportare a cascata degli errori. Si pensi a chi potrebbe vedersi togliere un beneficio a cui ha avuto accesso grazie ad un Isee sbagliato. Quali altre conseguenze può avere questa incredibile vicenda? I diretti interessati dovranno correggere la dichiarazione, ma ci sono le ipotesi della dichiarazione tardiva o dell’omessa dichiarazione. Nel primo caso, ci sono 25 euro di sanzione ridotta, in assenza di debito d’imposta. Nel secondo, c’è la sanzione per omesso versamento. Paga il cittadino, dunque, invitato dall’Inps ad accettare le scuse: «Ci scusiamo per l’eventuale disagio arrecato, ma ciò le permetterà dipresentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta».

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