F1 Ferrari, Napoleone mandava a casa i suoi generali “sfortunati”

Tutto è stato ottimizzato ma qualcosa non va. Questo è sostanzialmente il concetto che rappresenta purtroppo la realtà delle Ferrari

di Alberto Zei

I responsabili di settore – Oltre alle dirette ragioni tecniche dei mancati successi Ferrari in questi ultimi GP, debbono aggiungersi gli altri ostacoli all’interno del “Box” che i responsabili avrebbero dovuto già ipotizzare a tavolino per le strategie di gara; strategie che non hanno le complicate combinazioni di un gioco di scacchi ma quella della giusta programmazione anziché della improvvisazione con decisioni sbagliate del “muretto”.

Non solo, ma l’errore più preoccupante è che gli stessi personaggi che determinano il fallimento del risultato difendono poi la loro decisione. La qual cosa significa purtroppo che credendo di avere fatto il meglio che si poteva fare, la prossima volta si comporteranno alla stessa maniera.

Tutto ciò non rappresenta il problema del così detto “latte versato” sul quale è inutile recriminare, ma il fatto che quanto è avvenuto si ripeterà, così come si sta ripetendo.

Parlando ancora di metodo, Napoleone mandava a casa i suoi generali “sfortunati“, tanto da assicurarsi in tal modo il risultato di ben 15 anni di successi.

Per quanto riguarda la Ferrari, avrebbe dovuto bastare ad esempio, cosa ha significato mantenere nei ruoli chi è intervenuto all’interno del box nel campionato 2010, quando Alonso, richiamato al box nel momento sbagliato non è stato più in grado di risalire, mentre anche pochi punti in più di retrovia sarebbero bastati per vincere ad Abu Dhabi in quell’ultima gara, il campionato del mondo.

Dietro il muretto – Nella recente gara di Montecarlo, ove la quasi totalità dei sorpassi, come in ferrovia avvengono alle stazioni, a Montecarlo si fanno ai box, come si ricorderà, con regole neppure uguali per tutti (superamento della linea gialla).

E’ stato pertanto inammissibile chiamare al Box Ferrari per il cambio gomme i due piloti in testa alla gara nel momento sbagliato, ossia, dopo il turn-over degli altri, facendoli di fatto, retrocedere di posizione.

La linea gialla dell’ uscita dai box

D’ altra parte le decisioni ai box vengono prese da “esperti” di settore che devono saper prevedere in anticipo con l’ ausilio di tutti i mezzi tecnici di cui dispongono (e sono tanti), il magico momento del cambio dei pneumatici.

Non si tratta, come detto, del complicato gioco di combinazioni degli scacchi ma di scelte molto più facili che non possono portare, se non per imprevisti sempre possibili, a risultati così deludenti.

Una nota di folclore

Sia consentita una punta di ironia a tanta “ sfortuna “ dei soliti esperti che giustificano le loro scelte non sapendo cogliere al volo quelle opportune.

Nell’antica Grecia gli dèi dell’Olimpo avevano la possibilità di occuparsi delle varie specializzazioni di cui gli uomini avevano bisogno. I greci infatti, avevano tre dèi del tempo. Kronos si occupava del tempo, diciamo, calendariale; Aiòs sovraintendeva il tempo eterno. Cairos invece, era la divinità del tempo fuggente. Al momento opportuno passava rapidamente davanti a chi poteva cogliere al volo un’ occasione favorevole. Gli uomini potevano trattenerlo afferrandolo per il lungo ciuffo dei capelli che egli aveva soltanto sopra la fronte.

Bisognerebbe che qualcuno di coloro che non si fanno sfuggire di mano la ruota al momento del cambio gomme, fosse utilizzato anche per prendere Cairos per i capelli, almeno in alcune delle tante volte che passa invano davanti al box Ferrari.

La “vittoria di Pirro” – Ma i responsabili sono proprio esperti o hanno altri meriti come quello dell’ ex appartenenza alla scuderia Ferrari? Non è quindi un caso che anche al muretto a Silverstone si siano fatti sfuggire l’occasione della safety car per cambiare le gomme all’auto di Lelerc senza pensare a ciò che si prospettava in tal caso a un palmo dalla punta del naso di coloro che hanno deciso di non farlo rientrare proprio in quel momento propizio. Non occorre essere dei profeti per rendersi conto che con il ripetersi di decisioni di questa risma ogni impegno professionale sarà vanificato.

Se ciò che conta è vincere il campionato del mondo, arrivare primo con Sainz e non con Leclerc a Silverstone, si tratta di una vittoria che lascia il tempo che trova.

Ecco dunque che le cose si ripetono e chi sbaglia anche una sola volta difendendo però il proprio operato, è destinato a ripetere simili errori nel futuro.

Non sarebbe infatti, un caso che anche nel recente passato sia stato assunto come commentatore delle tecniche adottate nel corso della gara un ex pilota che da solo aveva distrutto più macchine dei suoi colleghi messi insieme. Qualcuno penserà chi meglio di lui poteva descrivere le situazioni critiche? Questo è vero, ma da quale punto di vista?

L’ analogo sorpasso dei treni in stazione

Come un opera d’ arte – Nel tema tecnico delle continue innovazioni migliorative della F1 per ottenere il risultato finale non è sufficiente che ogni dispositivo preso a sé stante, sia perfetto. La conclusione vincente infatti esige ben altro.

Nel suo genere il funzionamento complessivo di una monoposto di Formula 1 per gli appassionati di questo sport, sarebbe come realizzare con ogni dettaglio una sorta di poesia che risuona con le aspettative di ciascuno; come una poesia in omaggio al rosso Ferrari, che potrebbe intitolarsi: “Sogno purpureo”.

Ma anche le parole di una poesia per racchiudere un sentimento di bellezza e di condivisione, devono esprimere una cadenza; la cadenza deve essere in rima; la rima ha le sue regole di sillabe e di accenti tonici; gli accenti devono cadere sulle sillabe giuste e l’ affastellamento dei versi deve seguire un ordine numerico e ben altro ancora.

Ma anche dopo aver rispettato tutto questo non significa trovarsi di fronte ad una poesia diversa da una filastrocca se l’ autore non riesce ad esprimere al lettore l’essenza stessa delle qualità e le emozioni che una poesia deve evocare.

I possibili rimedi – Allo stato delle cose, considerata l’importanza dell’incarico tecnico degli addetti ai lavori, chi compie delle scelte sfortunate è molto probabile che insista con le medesime decisioni. Quindi…….., se le cose resteranno le stesse il risultato anche nel futuro non si discosterà di molto da quello a cui assistiamo. Se invece saranno ottimizzate le premesse, stante la classe dei piloti Ferrari, soprattutto di Leclerc, il successo non potrà mancare.

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