Svalbard: il regno dell’orso polare

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Prins-karls-forrland_phoSvalbard affascinano i viaggiatori da sempre. Fauna unica, natura artica e antiche città minerarie si trovano tutti nelle isole, che hanno una bellezza austera e inquietante che è tutto loro.Oltre a qualche migliaio di orsi polari, le isole sono abitate da circa 3000 persone, delle quali oltre 2000 a Longyearbyen, il più grande insediamento e centro amministrativo delle isole. Questa piccola e colorita comunità si è trasformata da villaggio in una cittadina moderna con diverse imprese e industrie, e con una sorprendente vasta gamma di attività e di eventi culturali, come concerti, spettacoli, festival e mostre. A Longyearbyen ci sono anche diversi bar e ristoranti di alta classe, cosa rara per una località così piccola. La parola “Svalbard”, che significa “fredde coste”, è stata rinvenuta per la prima volta in alcuni testi islandesi del XII secolo. Nonostante il nome, questo arcipelago ha un clima relativamente mite rispetto ad altre aree sulla stessa latitudine. A Longyearbyen, la temperatura media varia dai -14 ° C d’inverno ai 6 ° C d’estate. Storicamente, sia la caccia alle balene che i finimenti sono stati importanti attività nell’arcipelago, ma oggigiorno tutto gira intorno alla sostenibilità: quasi due terzi della superficie delle Svalbard è protetta, con tre riserve naturali, sei parchi nazionali, 15 santuari di uccelli e un’area a geografia integrata protetta.

Roald Amundsen conquista il Polo Sud

Il 14 dicembre del 1911 il norvegese Roald Amundsen (Borge, 16 luglio 1872 – Mar Glaciale Artico, 18 giugno 1928) conquista il Polo sud. Erano con lui Olav Bjaaland, Helmer Hanssen, Sverre Hassel, e Oscar Wisting. 35 giorni dopo anche la spedizione guidata dall’inglese Robert Falcon Scott (Plymouth, 6 giugno 1868 – Barriera di Ross, 29 marzo 1912) avrebbe raggiunto il Polo Sud. Scott e i suoi moriranno durante la marcia di ritorno al campo base. Amundsen era un uomo eccezionale e può a buon diritto essere definito un eroe, titolo che oggi viene troppo spesso attribuito a sproposito. Coltivò fin dall’infanzia il sogno di essere il primo uomo a raggiungere il Polo Nord e perciò si sottopose a una severa disciplina che ne temprò il fisico e il carattere. Quando si recò alla visita di leva i medici militari rimasero sbalorditi di fronte a quello che aveva le sembianze di un semidio. Nonostante la sua determinazione non riuscì a coronare il suo sogno, perché lo statunitense Robert Edwin Peary (Cresson, 6 maggio 1856 – Washington, 20 febbraio 1920) riuscì a trovare prima di lui i fondi necessari a organizzare una spedizione e il 6 aprile 1909 fu il primo uomo a raggiungere il Polo Nord. Questo, almeno, secondo la sua dichiarazione, che successivamente verrà messa seriamente in dubbio, procurandogli fama di impostore. Amundsen fu dunque costretto a rivedere i suoi piani e solo per ripiego si risolse a organizzare la spedizione che lo avrebbe portato alla conquista del Polo Sud. Successivamente, il 12 maggio del 1926, l’esploratore fu il primo a sorvolare il Polo Nord a bordo del dirigibile Norge insieme al comandante Umberto Nobile (Lauro, 21 gennaio 1885 – Roma, 30 luglio 1978) che del dirigibile fu costruttore e pilota. Nobile ripeté l’impresa nel 1928 e il 24 maggio, al comando del dirigibile Italia, sorvolò per la seconda volta il Polo Nord. Fu un’impresa tutta italiana. Durante il viaggio di ritorno, in vista delle isole Svalbard, il dirigibile si schiantò sui ghiacci a causa di una tempesta, sbalzando Nobile e parte dell’equipaggio fuori della cabina di pilotaggio, mentre altri, rimasti a bordo del dirigibile che, alleggerito, riprese quota, si persero tra i ghiacci. Dopo aver trascorso un mese nella leggendaria “Tenda rossa” il gruppo dei dispersi fu individuato grazie ai marconisti Giuseppe Biagi e Natale Cecioni che, dopo aver riparato la radio di bordo, riuscirono a trasmettere un segnale che venne captato da un radioamatore russo. Prima che il rompighiaccio russo Krasin riuscisse a raggiungere il gruppo, Nobile, suo malgrado, fu tratto in salvo con un piccolo aereo dallo svedese Lundborg che si rifiutò di imbarcare altri se non lui. Questa vicenda, benché Nobile non si fosse macchiato di alcuna colpa, come gli fu riconosciuto anni dopo, gli costò la riprovazione del Duce, probabilmente istigato dal suo rivale Italo Balbo, e fu costretto a dimettersi. Alle ricerche dei dispersi prese parte, a bordo di un idrovolante, anche Roald Amundsen e questo gesto di generosità nei confronti dell’amico e compagno d’avventure gli costò la vita. Precipitato col suo idrovolante durante le ricerche, l’Eroe riposa per sempre nelle acque del mar Glaciale Artico.

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