Oman: sulle sponde tra mito e leggenda
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Oman un viaggio tra miti e leggende. Marco Polo, molti secoli fa, impiegò anni per giungere sulle sponde dell’Oceano Indiano, all’estremità orientale della penisola arabica. Si trovò davanti un paese splendido e ospitale, legato a straordinarie leggende e mitici personaggi: la regina di Saba, Sindbad il marinaio. E soprattutto un popolo alacre e gentile, che ben prima del suo arrivo aveva già scoperto misteriose vie per l’oriente, con cui intratteneva proficui commerci. Oggi i modernissimi aerei della Oman Air, la Compagnia nazionale, ci permettono di raggiungere Muscat, la capitale, in poche ore, e con una comodità immensamente superiore. E’ una meta nuova e intrigante, l’Oman, un paese giovanissimo e affascinante, la cui visita ci permetterà di conoscere e apprezzare meglio un popolo e una cultura antichi e nello stesso tempo proiettati verso il futuro. Già Muscat si presenta subito come una città moderna e viva, che si espande in maniera rapida e razionale. Ampie vie, palazzi candidi e moderni, una perfetta organizzazione sociale. Solo 40 anni fa il padre dell’attuale sultano aveva congelato il paese in un clima da medioevo. Non esistevano strade, comunicazioni, tecnologie, trasporti, scuole. Tutta la popolazione viveva nell’ignoranza più totale, aggravata da una chiusura all’esterno pressoché assoluta. Era difficile anche per le altre popolazioni arabe del golfo entrare in Oman. Poi il figlio Qabùs, educato a Londra, depose il padre con una rivoluzione incruenta, e avviò una serie di straordinarie riforme che in soli trent’anni hanno portato il suo paese al livello dei paesi occidentali più evoluti. Oggi l’ordine sociale, pur se avvantaggiato da una popolazione molto esigua rispetto al territorio (2 milioni in una terra poco più grande dell’Italia) ha dimensioni inconsuete per noi occidentali. La delinquenza è praticamente sconosciuta, nessuno paga tasse personali sul reddito e la convivenza fra gli abitanti delle città e le popolazioni nomadi dell’interno sono serene e frequenti. Alla fine degli ani ’60 esistevano non più di 20 Km di strade. Oggi sono più di 10.000, e tutte costruite con i criteri più moderni. La benzina, naturalmente costa pochissimo, le stazioni sono numerose e tutte attrezzate con negozi, bar, ristoranti. Esistono mercati popolari e caotici accanto a supermercati hollywoodiani, grandi industrie (non solo petrolifere), modernissimi ospedali, una televisione moderna e attrezzata. Per far ciò il sovrano ha dovuto innanzi tutto dare una cultura al suo popolo, realizzando una perfetta organizzazione scolastica, basata per di più sull’assoluta parità dei sessi. Oggi l’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 18 anni, gli insegnamenti sono svolti, oltre che in arabo, anche in inglese, e l’obbligo si estende persino ai figli dei beduini. Esistono nel paese 800 scuole pubbliche e 900 private, oltre ad una splendida università, frequentata più dalle ragazze che dai maschi. L’emancipazione femminile in Oman, pur nel rispetto del classico islamismo, è stata forse la più veloce dei paesi arabi moderni. Oggi migliaia di donne lavorano nel campo del commercio e degli affari, da un paio d’anni ci sono diverse donne parlamentari e ministro, molte di loro occupano anche spazi nell’esercito e nella polizia. Le donne hanno la parità di voto, guidano l’auto e non sono obbligate da nessuna legge a portare il velo, anche se l’antica consuetudine le spinge ad adeguarsi per scelta alle antiche e molto difese tradizioni.
di Gigi Oliviero
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