Salvavita rincari +1500%. Lorenzin benedice Big Pharma. Multa Authority

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download-12Salvavita. Dopo aver acquistato da GlaxoSmithKline il pacchetto di farmaci antitumorali, il cui brevetto era scaduto da decenni, infatti, Aspen ha avviato una negoziazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco volta esclusivamente ad ottenere ingenti aumenti di prezzo, pur in assenza delle necessarie giustificazioni economiche”. Beatrice Lorenzin non interviene anzi, si allea sempre più con i colossi della Big Pharma. A sola garante, per fortuna, si erge la Multa dell’Autorità Antitrust da oltre 5 milioni di euro per la multinazionale farmaceutica Aspen per aver fissato prezzi iniqui con rincari fino al 1500% per farmaci salvavita e insostituibili per pazienti oncoematologici, soprattutto bambini e anziani, violando l’art. 102, lettera a) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea”. A comunicare il provvedimento l’Autority in una nota. “Dopo aver acquistato da GlaxoSmithKline – scrive l’Antitrust – il pacchetto di farmaci antitumorali, il cui brevetto era scaduto da decenni, infatti, Aspen ha avviato una negoziazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) volta esclusivamente ad ottenere ingenti aumenti di prezzo, pur in assenza delle necessarie giustificazioni economiche”. “Aspen, pertanto – prosegue l’Antitrust – ha adottato una strategia negoziale particolarmente aggressiva, che ha raggiunto l’apice nella minaccia credibile di interruzione della fornitura diretta dei farmaci al mercato italiano. Si tratta di prodotti a base dei principi attivi clorambucile, melfalan, mercaptopurina e tioguanina, nei quali è presente la sola Aspen con i c.d. farmaci Cosmos, ovvero le specialità medicinali denominate Leukeran (clorambucile), Alkeran – in formulazione iniettabile e in compresse – (Melfalan), Purinethol (mercaptopurina) e Tioguanina (tioguanina). Per mezzo di tale strategia negoziale, Aspen ha ottenuto elevatissimi incrementi di prezzo, compresi tra il 300% e il 1500% dei prezzi iniziali”. L’analisi dell’iniquità dei prezzi è stata svolta dall’Autorità tramite l’applicazione di un test in due fasi che ha misurato la sproporzione dei prezzi rispetto ai costi. L’irragionevolezza della sproporzione tra prezzi e costi, quindi, è “risultata indicativa di prezzi iniqui anche alla luce di diversi fattori, di contesto e comportamentali, specifici del caso in esame, quali: il confronto intertemporale dei prezzi, l’assenza di giustificazioni economiche per l’aumento, l’assenza di qualsiasi beneficio di carattere extraeconomico per i pazienti, la natura dei farmaci Cosmos, le caratteristiche del gruppo Aspen e il danno arrecato al SSN”.

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