Radiazioni: cancro in aumento. Dannoso il 44% degli esami radiologici
Radiazioni. In Italia sono oltre 40 milioni gli esami radiologici effettuati ogni anno. Si stima che circa il 44% di questi sia stato prescritto in modo inappropriato e non fosse strettamente necessario (ed esempio esami ripetuti a breve distanza di tempo l’uno dall’altro). Negli ospedali servirebbero protocolli standard, ottimizzati e uniformi su tutto il territorio nazionale per l’utilizzo ottimale delle apparecchiature radiologiche”. Le persone sono sempre più esposte alle radiazioni mediche anche a causa del numero crescente di esami radiologici a cui si sottopongono. Uno studio condotto dall’NCRP (National Council on Radiation Protection and Measurements) sulla popolazione americana ha evidenziato che 30 anni fa l’85% delle radiazioni a cui era sottoposto in media ciascun individuo era per oltre l’80% di origine naturale (sole, raggi cosmici, radon) e solo il 15% di origine di medica. Oggi la quota di radiazioni mediche è salita invece al 50%. Se negli anni ’80 un cittadino americano era esposto in media a radiazioni mediche per 0,54 millisievert (mSv), oggi la dose media è cresciuta fino a 3 millisievert .
C’è soprattutto la direttiva (Euratom 2013/59) che l’Italia come gli altri Stati dell’Unione Europea dovrà recepire dal febbraio del 2018. La direttiva stabilisce che tutti i pazienti dovranno trovare scritto nel referto la quantità di esposizioni a radiazioni a cui sono stati sottoposti nel corso dell’esame radiologico o medico nucleare. In questo modo i medici che li seguono possono controllare la quantità di raggi X ricevuta complessivamente dai pazienti nei diversi esami. L’obiettivo è anche favorire un minor ricorso alla radiologia “difensiva” con prescrizione di esami non essenziali. Adottare queste tecniche attraverso l’introduzione di protocolli standard e uniformi in tutti gli ospedali italiani e negli studi odontoiatrici contribuirebbe a migliorare la qualità della radiodiagnostica con una riduzione dell’esposizione del paziente ai raggi X. A tal fine è sempre più necessaria una collaborazione stretta tra tutte le “figure” che seguono il percorso del paziente, dal medico di famiglia che prescrive gli esami, ai radiologi, ai medici nucleari, ai fisici medici e ai tecnici sanitari di radiologia medica”.