Unicredit minaccia, e censura la stampa libera. Aumento di capitale virtuale. I retroscena
Unicredit fa la voce grossa, e il censore, ma senza dati reali da contestare. ll comunicato stampa inviatoci in pesante ritardo, solo a seguito di due articoli da noi pubblicati di cui si è pretesa la rimozione, nei quali si evidenziavano le serie difficoltà del varo dell’aumento di capitale di 13 miliardi richiesti dall’Eurozona. Aumento, date le condizioni precarie dell’intero sistema bancario nazionale, di difficile attuazione. Prova ne sia il famigerato aumento di capitale Mps andato inevaso con conseguente possibile intervento pubblico, sempre che Bruxelles e BCE siano in sintonia. Comunque, Unicredit, a tutt’oggi è rimasto al palo, e non basta certo questo comunicato, a dissipare i dubbi. E’ di ardua comprensione come un semplice precontratto possa elevarsi a ruolo di vero e proprio contratto stipulato, giacché prima del varo le parti potrebbero darsela a gambe.
Il Comunicato
Facendo seguito a quanto comunicato in data odierna ( 13 Dicembre 2016) in relazione alla convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci per l’approvazione, tra l’altro, di un aumento di capitale in opzione per un ammontare massimo, comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo, pari a Euro 13 miliardi (l’“Aumento di Capitale in Opzione”), UniCredit S.p.A. (“UniCredit”) comunica che, nel contesto dell’Aumento di Capitale in Opzione, UniCredit Corporate & Investment Banking, Morgan Stanley e UBS agiscono come structuring advisor e, insieme a BofA Merrill Lynch, J.P. Morgan e Mediobanca, in qualità di joint global coordinator e di joint bookrunner (i “Joint Global Coordinator”). Inoltre Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs International and HSBC agiscono in qualità di co-global coordinator e di joint bookrunner (i “Co-Global Coordinator”). I Joint Global Coordinator, ad eccezione di UniCredit Corporate & Investment Banking, e I Co-Global Coordinator hanno sottoscritto un pre-underwriting agreement ai sensi del quale si sono impegnati – a condizioni in linea con la prassi di mercato per operazioni analoghe – a sottoscrivere un contratto di garanzia (c.d. “underwriting agreement”) per la sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, eventualmente rimaste inoptate al termine dell’asta dei diritti inoptati per un ammontare massimo pari al controvalore dell’Aumento di Capitale in Opzione. E’ previsto che il contratto di garanzia relativo all’Aumento di Capitale in Opzione sia stipulato nell’imminenza dell’avvio dell’offerta al pubblico e non appena il Consiglio di Amministrazione avrà fissato le condizioni dell’Aumento di Capitale in Opzione.