Deflazione nei campi con -30% sui prezzi della frutta

La deflazione colpisce a raffica gli agricoltori, causa, l’invasione costante di prodotti stranieri  di scarsa qualità.

E’ deflazione nei campi dove agli agricoltori si sono visti pagare la frutta, dalle albicocche alle pesche fino alle susine, pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione, per colpa delle distorsioni lungo la filiera e delle importazioni selvagge di prodotto straniero di bassa qualità spacciato per italiano che invade il mercato provocando squilibri.

Gli agricoltori  per potersi permettere un caffè devono vendere tre chili di frutta sulla quale pesano quest’anno i drammatici attacchi della cimice asiatica che nelle regioni del Nord ha distrutto i raccolti in numerose aziende. Una emergenza sulla quale deve intervenire il nuovo Governo con un adeguato finanziamento del fondo di solidarietà nazionale sulle calamità ed una sburocratizzazione del sistema che consenta interventi più rapidi in caso di queste emergenze. Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione in questo momento di difficoltà, il consiglio, quindi, è quello di acquistare frutta, verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria.

Inoltre in pochi lo sanno ma spesso nei Paesi di origine è permesso l’uso di pesticidi pericolosi che sono vietati all’intero dell’UE. Quindi via dai prodotti di provenienza ignota , comprare Italiano giova alla salute dei cittadini e al nostro mercato.

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