La Regione Lazio ostacola Villa Maraini, che cura i drogati

Di Roberto Casalena

Se un privato si comportasse con un cliente come la Regione Lazio si comporta da oltre 10 anni con Villa Maraini, sarebbe accusato di taglieggiamento. Il centro antidroga romano che in 44 anni ha curato circa 50.000 tossicomani e attualmente ne vede 600 diversi al giorno ha un accordo scritto con la Regione per il rimborso dei trattamenti metadonici erogati, 10.000 Lire l’uno tutto compreso, compreso anche il farmaco che in funzione della dose può costare anche di più.
Un bel giorno la ASL RM3, ex 16, ex 10, ex D, decide di non liquidare il compenso, ma di trattenere il 25% in attesa di imprecisate e incomprensibili verifiche di “congruità” da parte delle altre ASL.
Le ASL più volte sollecitate non hanno mai prodotto l’attestato di congruità, il cui significato è ignoto anche a chi ha inventato tale procedura, per cui la parte pubblica trattiene arbitrariamente il 25% non onorando il contratto.
Roma è invasa dalla droga, Villa Maraini è l’unico centro antidroga sempre aperto H24, 365 giorni l’anno, come previsto dalla legge nazionale antidroga di cui la Regione Lazio se ne è sempre fregata.
Peggio, anziché favorire Villa Maraini, la Regione Lazio unilateralmente la taglieggia, ostacolandone il funzionamento.
Come mai?
Perché?
Il dubbio sorge spontaneo. Non sarà che lorsignori si siano lottizzati anche l’assistenza ai drogati?
In effetti il budget sembra spartito tra Cattolici e Comunisti, i cui eredi di area, quelli che “ quando suona la campana” si mettono sugli attenti, si dividono equamente i finanziamenti.
Il sistema è ben oliato. I centri antidroga per accedere ai finanziamenti devono essere “accreditati”. Poco importa se funzionano o no.
Quindi basta creare una schiera  di accreditati tra amici e amici-degli-amici e il gioco è fatto.
Chi non si adegua è fuori. Allora io chiedo a Zingaretti e compagni; come mai Villa Maraini che di gran lunga cura più tossici di tutti gli altri enti accreditati messi insieme dopo 44 anni di attività è accreditata solo per 30 posti al giorno per giunta semiresidenziali? E gli altri 570? E’ bene che tornino in piazza?
E perché il sistema dei SERT (I servizi antidroga gestiti direttamente dalla ASL) hanno l’ordine di curare solo i tossicomani di zona cacciando via chi abita in un’altra zona?
Contrariamente a quanto previsto dalla legge 309/90, altro punto di cui il Lazio se ne è sempre fregato. Il dubbio diventa allora certezza.
I soldi stanziati per combattere la droga non servono a curare chi ne ha bisogno ma ad altri interessi. E ostacolare in vari modi le cure a chi fa gioco?
Forse a chi la droga la vuole.

l'ECONOMICO

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