Guardia medica addio. Ora tocca ai disabili. Vergogna Lorenzin
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Guardia medica addio ora sotto tocca ai disabili. La Lorenzin prosegue senza cuore ne cervello a distruggere la Sanità pubblica in favore di quella privata. Ciò che in esclusiva da noi anticipato, il 27 di Aprile, si è puntualmente verificato. Ora l’assistenza sanitaria di emergenza sarà garantita solo dalle 8 alle 24. Ma all’orizzonte c’è di peggio, tagli sui servizi ai disabili. E così, mentre Renzi continua a favorire le banche in ogni maniera, il ministro abbraccia la sanità privata. Da oggi in poi, chi di notte si sente male ha tre alternative: 1) chiamare la Croce Rossa, ma date le poche ambulanze in dotazione sul territorio non sarà in grado di far fronte alle esigenze 2)recarsi in ospedale, al pronto soccorso, molto difficile per chi abbisogna di un intervento urgente; 3) telefonare al medico di guardia notturno privato, dai costi elevati, oppure interpellare un sevizio privato di soccorso. E questa è la sinistra di Renzi e company. Peggio della vecchia Democrazia Cristiana, poi silurata dai magistrati. Ed è tutto dire. Tra l’altro c’è da considerare come molti piccoli ospedali già chiusi allunghino le distanze. Poi, ci sono le regioni del Sud, con gravi carenze numeriche di personale medico e paramedico, denuncia già fatta dal M5S che è impegnato contro malasanità e tagli orizzontali.
La salute degli italiani è ormai a rischio. Ma il governo, invece di proseguire sulla strada dei tagli alla Sanità, perché per far cassa non riapre le case chiuse che in Germania rendono allo Stato oltre 6 miliardi di euro? Silenzio, anche se lo abbiamo scritto e riscritto. Invece per Renzi le prostitute devono continuare a stare in strada ad alimentare papponi ed altre confraternite, invece di portare soldi nelle casse dello Stato. Perché? I soliti inciuci con il Vaticano non rendono possibile una nuova legge? Per i disabili altri 10 milioni in meno dal fondo Sanità che fin ora ha permesso di mantenere i piani di sostegno. Non sono finanziamenti a pioggia o sussidi ma servizi, in termini di ore di sostegno da parte di operatori (educatori, assistenti alla persona, servizi sportivi o di socializzazione) alle persone con disabilità grave è gravissima, nel proprio domicilio, nella propria comunità di riferimento, tra i loro affetti, nel territorio. Progetti che vengono co-progettati con i Comuni di residenza e personalizzati, appunto, in base alle effettive esigenze delle persone. Ne vedremo ancora delle belle statene certi.