Tamponi, ora crolla tutto: il migliore dei test dà più del 50% di falsi positivi
L’infettivologo Fabio Franchi, la nanopatologa Antonietta Gatti, il ricercatore Stefano Montanari e il candidato al Nobel per la Medicina Stefano Scoglio hanno firmato una dichiarazione congiunta sui tamponi definendoli «inutili e inaffidabili».
Di Denise Baldi
I tamponi sono lo strumento diagnostico al centro dell’attuale gestione dello stato di emergenza e per questo quattro esperti hanno approfondito e pubblicato un documento sul tema.
Questa dichiarazione congiunta è parte di un modello di denuncia di inattendibilità dei tamponi messa a punto dal dottor Mariano Amici.
Il medico ha incaricato lo Studio Legale Massafra di predisporre il modelloe mettere a disposizione il materiale gratuitamente a chiunque fosse interessato.
La denuncia sui tamponi potrà essere compilata e depositata presso qualsiasi Commissariato, stazione dei Carabinieri o ufficio ricezione atti della Procura della Repubblica.
Le motivazioni della denuncia sui tamponi
La conclusioni a cui sono arrivati i quattro esperti è che «proseguire nell’utilizzo dei tamponi per ricavare dati utili è una pratica senza nessun fondamento scientifico».
Specialmente, aggiungono, se tali dati sono usati per determinare stati di emergenza, quarantene, limitazioni e lockdown che hanno già causato enormi danni economici e sociali.
Tra le cose accertate dagli esperti nella denuncia sui tamponi c’è un aspetto che il dott. Stefano Scoglio porta avanti da mesi.
«Il virus SARS-CoV-2, presunto responsabile della Covid, non è mai stato isolato fisio-chimicamente».
Questo comporta che«non esista a tutt’oggi nessun marker specifico del virus, e dunque nessuno standard che possa rendere i tamponi affidabili».
Hanno aggiunto che al momento«la conformità dei tamponi a degli standard che ne possano accertare la corretta efficacia non è verificata».
Questo perché gli oltre 100 tipi di tamponi che circolano sono esenti dai controlli previsti dalla legge europea sui dispositivi medici del 2017e non rientrano neanche nella nuova norma europea del 2017 che entrerà in vigore solo nel 2022.
Quindi in pratica è come se ci fosse un «limbo normativo che permette di far circolare qualsiasi dispositivo senza controllo».
Le conclusioni di Fabio Franchi, Antonietta Gatti, Stefano Montanari e Stefano Scoglio
Sono numerosi gli studi che attestano le continue mutazioni del virus tanto che nella banca dati dei virus GISAIDsono presenti quasi 150.000 sequenziamenti. Questo rende i tamponi «del tutto inutili perché non possono accertare le mutazioni» del patogeno.
Esiste anche un altro problema sostanziale legato alla metodologia. La tecnica RT-PCR (Reverse Transcriptase – Polymerase Chain Reaction) duplica eanalizza specifiche sequenza di DNA per rilevare la presenza del virus.
Gli esperti hanno spiegato nella denuncia che, per avere un dato affidabile, si dovrebbero utilizzare tra i 20 e i 30 cicli di PCR e mai superare i 35 cicli perché, oltre quella soglia, la PCR inizia a creare sequenze casuali.
«Come confermato da diversi documenti che alleghiamo, quasi tutti i tamponi superano i 35-40 cicli di media e sono dunque da considerare del tutto inefficaci e produttivi di falsi positivi».
In ultima analisi l’efficacia di un tampone dipende da tre fattori: la sensibilità, la specificità e la prevalenza.
La sensibilità indica la capacità di rilevare la presenza di RNA; la specificità indica la capacità di limitare l’RNA trovato a un determinato virus.
La prevalenza, che indica la presenza della patologia nella popolazione, diventa un parametro molto importante da associare alla sensibilità e alla specificità. Più un virus circola nella popolazione, più è alta la probabilità di rilevarlo col tampone.
Tamponi falsi positivi: ecco perché
Come riportato in un documento dell’ISS: «Impiegando su una popolazione con bassa prevalenza (2%) un saggio a bassa prestazione, il saggio rileva 15 + 147 = 162 positivi, dei quali però solo 15 sono veri positivi. Sostanzialmente il test non è di alcuna utilità pratica per identificare i positivi».
In base a una tabella dell’autorevole organizzazione internazionale FIND, ripresa anche dall’ISS, col 2% di prevalenza anche i tamponi ad alta prestazione danno come miglior risultato il 50% di falsi positivi. Con i tamponi a media prestazione i falsi positivi diventano l’85%,
In Italia al momento la prevalenza è dell’1% quindi l’attendibilità dei test sarà peggiore di quella riportata sulla tabella di FIND. In pratica il migliore dei tamponi darà più del 50% di falsi positivi.