La bolla cinese ed i mercati a picco
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La «bolla» cinese è scoppiata a fine Agosto, mandando a picco tutte le Borse,in particolare quelle asiatiche, Shangai e Shenzen in testa , con perdite, che in pochi giorni hanno sfiorato il 28% , mentre l’Eurozona, dopo una prima caduta libera, si è ripresa, e successivamente, dopo gli interventi cinesi, anche quelle asiatiche hanno avuto un sussulto di orgoglio. Pechino è intervenuto massicciamente, con una manovra a tenaglia: riduzione del costo del denaro dello 0,25% , sceso all’1,75%, e con svalutazioni a ripetizione dello yuan sul dollaro, oltre che una immissione di 100 miliardi di dollari nel mercato. Ora, gli americani, che non si fidano del tutto delle misure cinesi, sono alla finestra, a guardare cosa accadrà. E’ bene ricordare che gli Usa hanno un debito di circa 18.000 miliardi di dollari , mentre la Cina è a 28.000 miliardi, anche se possiede il 40% dei titoli di Stato americani. Sulla Cina pesano soprattutto tre incognite:
1) Il Pil che non cresce rispetto al passato ( per il 2015 è previsto un + 7%, rispetto a quello a due cifre degli anni scorsi)
2)Il forte debito che sfiora il 282% del Pil ( nel 2007 era di 7.000 miliardi di dollari, balzato a 28.000 miliardi nel 2.014)
3) Il calo dell’export, e la poca crescita dei consumi interni.
E’ chiaro che la Cina farà tutto quanto possibile per sostenere la crescita, ed in questo scenario potrebbe anche cedere importanti stock di titoli Usa. Siamo nella tempesta globale finanziaria perfetta. E la Ue come reagirà? Si dovrà puntare necessariamente ad una crescita dei consumi interni, con adeguati finanziamenti alle imprese , oltre che sui lavori pubblici, in grado di creare occupazione, e quindi maggior spinta ai consumi. Infine occorre una energica manovra per ridurre le tasse. Vedremo chi metterà i bastoni tra le ruote.
di Roberto Casalena