Sanità: tutti nel “pallone”
Sanità pubblica sottopagata. Un #primario chirurgo, con anni di anzianità alle spalle percepisce tra i 5.000-6.000 euro mensili, mentre un calciatore giovane, che non ha studiato un bel nulla, guadagna milioni di euro l’anno. Inoltre, un chirurgo, deve continuare a studiare tutta la vita, per tenersi aggiornato, mentre un calciatore no. Si deve solo allenare fino a che gioca, poi c’è chi diventa allenatore, ed allora sono altri stipendi milionari. Ma ci sono anche cifre milionarie pagate a conduttori televisivi, che devono solo chiacchierare, o starnazzare, a seconda dei casi. Ed i chirurghi, in questo totale disinteresse della sanità pubblica, operano anche in cliniche private, dove le remunerazioni sono di gran lunga più elevate del servizio sanitario pubblico. E ciò accade anche perché i tempi di attesa per un intervento sono lunghissimi. Così, chi ha soldi da spendere, o una copertura assicurativa viene dirottato in una clinica privata, dove l’intervento verrà effettuato velocemente. I ricercatori, invece, sono costretti a migrare all’estero, perché mal pagati, mentre anche i giovani seguono la strada di uscire fori dai confini nazionali. E così l’Italia perde gli ingegni migliori, dopo che formazione e tirocinio. Uno scandalo per chi ci governa e governato. Ed in aiuto alla ricerca sono scese in campo da anni iniziative private, con fondazioni dedicate, che cercano la solidarietà del pubblico, per mantenere in piedi i valori della ricerca, dove l’Italia è tra gli ultimi posti in classifica in Europa, per stanziamenti statali. Dunque, il sistema degli emolumenti per la sanità andrebbe rivisto, perché non esiste nessun chirurgo o ricercatore che possa guadagnare quanto un calciatore. Allora, cosa fare? Se ci fosse un governo serio, si dovrebbero costruire nuovi grandi ospedali, e chiudere quelli di nicchia, ed adeguare gli stipendi nel settore medico pubblico, oltre che varare una legge, valida anche nel privato, per cui non si possono superare certe soglie imposte. Ma ,oggi, anche Renzi, che dovrebbe essere di sinistra, pensa invece a salvare le banche. Si può occupare di sanità pubblica? Sicuramente non ne ha il tempo. Ma forse Renzi pensa più al pallone della Fiorentina, che ad altro.
Di Roberto Casalena