Sanità: a Luglio 1500 farmaci a pagamento

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castronibanner728x90Sanità sempre più sprechi tra truffe, corruzione, inefficienze ed incapacità manifeste, bottino oltre 24 mld di euro su un totale di spesa di 113 mld. La Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) lancia l’allarme sul taglio di 1.500 specialità medicinali, in particolare per curare ipertensione e depressione, per bocca del suo segretario Giacomo Melillo, il quale rivela la normativa di riferimento datata 31 Marzo, poi sospesa per 90 giorni. Il serio rischio è qualora il Ministero non rimodellerà la normativa, a Luglio il taglio è assicurato. Ormai, dunque, il diritto alle cure mediche è divenuto miraggio per le classi meno abbienti. Nell’ultimo rapporto la Corte dei Conti, su “Rendiconto generale dello Stato”, ha dedicato un capitolo a se stante “La Sanità malata”, a cura del Vice procuratore generale Roberto Benedetti.

Per quanto riguarda il finanziamento del Ssn – dichiara il Procuratore Generale Nottola – il complesso delle risorse acquisite a tale titolo nello scorso anno è ammontato a € 113,039 miliardi, in diminuzione rispetto al 2012, e conferma il trend positivo degli scorsi anni, con un avanzo pari a 0,381 miliardi”. “Conclusivamente – sottolinea il Procuratore generale – si può osservare che se da un lato la gestione complessiva sembra avviata verso risultati contabili più che accettabili, dall’altro occorre evidenziare come già fatto negli anni scorsi alcuni aspetti critici, come i costi non uniformi, di beni e servizi acquistati all’esterno dalle AA.SS.LL., le sempre lunghe liste d’attesa; i problemi connessi alla minore propensione delle assicurazioni a coprire i rischi della professione medica, l’aumento della compartecipazione (ticket) richiesta all’assistito”.

E nel capitolo dedicato ad hoc alla sanità, il Vice procuratore Benedetti dichiara che “Da diversi anni, ormai la sanità è stata fatta oggetto delle più svariate manovre di contenimento della spesa pubblica, che hanno comportato una costante diminuzione delle risorse a disposizione a fronte di livelli di assistenza in tendenziale espansione. Bisognerà allora interrogarsi sulla ulteriore sostenibilità di una eccessiva contrazione delle risorse da destinare al settore, senza prima affrontare il vero nodo del problema, rappresentato da una coerente riqualificazione della spesa da sostenersi, da depurare innanzi tutto da fenomeni di mala gestio e da sprechi, spessi dovuti a deficienze organizzative che andrebbero risolte con sollecitudine”.

In merito alla sanità privata afferma che “le difficoltà finanziarie hanno talvolta trovato le proprie cause in gestioni non corrette, quando addirittura illecite. I segnali degli anni passati, già di per sé preoccupanti, riguardanti tale contesto, hanno trovato lo scorso anno la propria inevitabile conferma, rendendo inequivocabilmente manifeste situazioni assai critiche concernenti anche importanti e rinomate strutture sanitarie”.

Il numero uno di ANAC, Raffaele Cantone, con la solita schiettezza ha detto “la sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma”. Ma dal rapporto di Trasparency emerge soltanto la punta di un iceberg di malagestione e malafede molto più profondo e radicato nel sistema della sanità italiana. Corruzione, inefficienza e sprechi secondo un’analisi dell’ISPE sono i tre macigni che appesantiscono la sanità italiana sottraendo risorse fondamentali per la sua sana gestione. Questi tre “capitoli di spesa” costano allo Stato quasi 24 miliardi di euro l’anno secondo l’Istituto per la promozione sull’etica in sanità.

851cc51a-05c4-42cc-963b-c4c8a9c15ef9La corruzione negli ospedali da sola vale 6,3 miliardi, l’inefficienza 3,2 e gli sprechi ammontano a 14 miliardi. E così mentre qualche camice bianco si mette in tasca questi miliardi, i pazienti in corsia vengono trattati come bestie da macello per mancanza di personale, di medicine o strumenti adatti alle terapie. Il risultato di queste pratiche è che le liste di attesa nella sanità italiana diventano infinite, si deve aspettare più di un anno per una banale risonanza magnetica; le visite e le prestazioni specialistiche sono sempre meno accessibili per i cittadini che non possono raccomandarsi al primario di turno, e così sempre più italiani rinunciano alla sanità pubblica, quella che paghiamo con le nostre tasse, per rivolgersi a strutture private. Con il risultato che anche curarsi decentemente in Italia sta diventando un lusso per coloro che possono permettersi di pagare mazzette o rivolgersi a costose cliniche private.

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