Scontrino fiscale e la politica
Mentre la Guardia di Finanza controlla lo scontrino fiscale, cioè se si è pagata l’Iva, dall’altra i negozianti furbetti hanno affilato le armi. Accade così che molti negozi rilascino lo scontrino, ma il prezzo pagato non corrisponde. Così capita che invece di un importo pagato per 20 euro risulti scritto 4 euro. Capita, cosi sempre più spesso che il prezzo finale dello scontrino non corrisponda al prezzo pagato su ciò che si è acquistato. Una truffa? Probabilmente si. Gli unici ad emettere scontrini regolari sono i supermarket, perchè non possono permettersi sanzioni rilevanti, quali la chiusura a tempo indeterminato dei propri locali. Certo è che se anche in Italia si fosse fatta una riforma fiscale seria, simile od uguale a quella dell’area anglosassone,scontrini e fatture dovrebbero non solo essere emessi,ma rispecchiare l’esatto importo pagato, dal momento che ogni spesa sarebbe detraibile dall’imponibile. Ma in Italia, si sa, la politica ha sempre tenuto lo sguardo ai propri piedi e non lo ha mai fatto roteare oltre confine. Promesse, tante, tutte precipitate nel vuoto. Ed ecco perchè Grillo ha avuto successo. I pentastelle almeno, un po di soldi dalle tasche se li sono tolti, decurtandosi parte del lauto stipendio da parlamentari, dirottando il quantum a favore delle piccole e medie imprese. Se si procede in questa direzione molti politici inconsistenti, alle prossime elezioni si ritroveranno con un pugno di voti in mano, spazzati via dall’ira del popolo, che è arcistufo di ascoltare reiterate promesse, litanie, e che pretende fatti. Urge che il governo Renzi si sbrighi a varare nuove necessarie riforme, altrimenti rischia di perdere le prossime elezioni a favore del Movimento Cinque Stelle. E Berlusconi, rinchiuso nel suo fortino di Arcore, è costretto a cercare di ricompattare il partito ed elemosinare nuovi possibili alleati, anzichè pianificare uno straccio di programma realizzabile. E chi se ne frega degli italiani.
di Roberto Casalena