Comune di Roma: marciapiedi terra di conquista
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Comune di Roma. Ogni municipio è prigioniero di un’impenetrabile malerba di buche, avvallamenti, cronico lerciume, bici saettanti, posteggi selvaggi, al cui cospetto l’intreccio della selva amazzonica appare l’Eden. Voilà il morbo del marciapiede cronico. Ovunque insidie e pericoli per i malcapitati pedoni, ma nessun vigile a verbalizzare. D’altronde lo stipendio lo portano a casa, talché sciocco affannarsi. Ma non bastasse c’è di più; filari di tavolini abusivi a rendere il panorama ancor più ameno. Le vere starlette però sono le bancarelle, un giro d’affari milionario, controllato da poche famiglie, tra le quali emerge quella del ex consigliere del Pdl Giordano Tredicine, ormai divenute padrone di Roma, tra caldarrostai, postazioni ambulanti, camion bar, e banchi per la merce di abbigliamento, in grado di generare profitti non irrilevanti, circa 8 miliardi l’anno. Una miniera d’oro in sleale concorrenza con i negozi.
Il segreto? Basta avere una licenza. Ma non è così semplice ottenerla, il Comune difatti, non ne rilascia più da anni, con la scusa del mercato saturo, ma con tale decisione ha sempre voluto privilegiare i soliti noti. Chi dispone dei permessi, li vende a prezzi esorbitanti. E gli scontrini? “Siamo esenti, perché è un lavoro stagionale”, spiega un lavoratore. Ma come funziona il sistema? In pratica, per vendere come ambulanti tra le strade della Capitale c’è bisogno di una concessione, oltre a dover pagare al Comune un canone per l’occupazione del suolo pubblico. Nonostante l’ottimo giro d’affari, i prezzi richiesti sono “da saldi di fine stagione”. Si tratta di canoni irrisori: chi vuole vendere vicino al Colosseo deve versare circa 1115 euro all’anno, ovvero tre euro al giorno, mentre in Via Cola di Rienzo circa 2000.
Le concessioni per la stragrande maggioranza degli ambulanti, oltre 12mila, scadranno a luglio 2017. A quel punto la direttiva comunitaria Bolkestein andrà necessariamente applicata, e dunque tutte le licenze dovranno essere messe a bando ed alle gare potranno partecipare anche multinazionali, e grandi imprese anche straniere. Alcuni operatori – pensiamo ai mercati rionali – avranno diritto di prelazione per l’assegnazione delle nuove licenze, ma l’intero settore dovrà essere ridisegnato. Finirà così, si spera, l’egemonia del malaffare nel settore.