Piovra cinese fa shopping ad Outlet Italia
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Piovra cinese. Gli eredi di Gengis Khan inaugurano la campagna di conquista dei mercati mondiali col portafoglio zeppo (oltre il 50% del debito Usa è in suo possesso) a fari spenti, per non rubare l’occhio, e senza alcun fragore di armi. Il “compagno” giallo, dopo che il suo Pil è sceso al di sotto delle due cifre, impossibilitato ad investire all’interno della Grande Muraglia, perchè i consumi sono diminuiti, ha iniziato a fagocitare società ed imprese in cerca di capitali freschi, in giro per il mondo. Nei primi 5 mesi del 2016 il Dragone ha investito 143 miliardi in imprese straniere, il 33% in più rispetto ai 107 mld dell’intero 2015.
Innanzi a questo diluvio di denaro Usa, Francia, Germania hanno da principio innalzato steccati, al contempo a Bruxelles si va via via valutando di conferire all’Antritrust il potere di bocciare scalate extracomunitarie in seno a società europee. La Piovra, incurante, continua a forzare lo shopping ovunque, persino in Africa ove acquista latifondi da destinare ad uso edile o agricolo. Solo Italia e Grecia non si rifugiano sull’Arca, i maggiori flussi d’investimento ne sono chiara ostentazione: nel 2015 nel belpaese la spesa relativa alle sfrenate compere sottocosto è stato di 8 miliardi$, contro i 3,3 di Francia ed Inghilterra, fanalino di coda la Germania con 1,3 mld.
Ma non finisce qui, la piovra investe in Italia anche in società quotate in Borsa con pacchetti medi attorno al 2%. Soprattutto le aziende agricole fanno venire l’acquolina in bocca ai cinesi, ne è prova l’ottenere la proprietà della più importante azienda australiana del settore, e già sono iniziati i primi contatti con le nostrane. E’ giusto ricordare che il 2 e 3 Giugno scorsi si è tenuta a Xi’an la due giorni dedicata dal G20 all’agricoltura. Importante è che, come sottolinea Confagricoltura, per la prima volta, vi abbiano partecipato le imprese agricole e che si pensi ad istituzionalizzare il rapporto diretto con le aziende del settore. L’invito rivolto come fulmine a ciel sereno alla partecipazione allargata a tutto il settore, la dice lunga sulla voglia sfrenata dei gialli verso il calice di vino italico in saldo, per un cordiale ed opportunistico cin cin. Venghino, signore e signori, alla fiera del sottocosto, si svende tutto,