L’Amministrazione Biden ha di nuovo autorizzato la creazione di topi “umanizzati” con cellule di bambini abortiti volontariamente (ed espiantati a cuore battente) per la ricerca scientifica

La motivazione è che la sperimentazione sui topi dà esiti diversi che negli esseri umani per cui, se effettuata su topi trapiantati con cellule umane, potrebbe dare esiti più veritieri.
In realtà, purtroppo, il commercio di topi “umanizzati” è attivo dagli anni ’80 ma Trump lo aveva bloccato, almeno in parte, tagliando i finanziamenti alla ricerca con i tessuti di bambini abortiti.

Così, a luglio 2020, 90 organizzazioni mediche Usa hanno chiesto al locale Comitato Etico di poter usare di nuovo queste cellule per curare l’influenza COVID-19 e altre malattie perché il “tessuto fetale ha proprietà uniche e preziose non sostituibili”.
Il parere è stato favorevole per i tessuti già acquisiti.
Da notare che si tratta di cellule di bambini abortiti volontariamente perché i tessuti di quelli abortiti spontaneamente non sono “adatti” in quanto presentano vizi genetici o altre malattie.
Ma – dietro questa “restaurazione” per tornare ai tempi di estremo  permissivismo di Barack Obama-  sembra vi sia il vice di Biden, cioè  Kamala Harris, la donna che, da procuratore della California, fece irrompere gruppi speciali armati nella casa di un attivista di una associazione per i diritti umani dei nascituri (cosiddetta “pro life”, per la vita) per confiscare i suoi pc e arrestarlo. L’associazione, con video mirati, aveva denunciato il traffico di bambini abortiti,  fatti a pezzi e poi  venduti alla ricerca scientifica  da una catena di cliniche abortive, la tristemente  famosa Planned Parenthood.
Guarda caso, la stessa catena che ha finanziato la campagna politica di Kamala Harris.

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