Lavoro: boom voucher (+43%), posto fisso in picchiata (-78%)
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Lavoro: boom voucher (+43%), e posto fisso in picchiata (-78%) nei primi cinque mesi dell’anno. L’inps fotografa così il periodo, in cui sono stati venduti 56,7 milioni di tagliandi lavoro, del valore nominale di 10 euro cadauno. Per Confesercenti, la forte crescita dei voucher è dovuta soprattutto alle incertezze dell’economia, e chiede che lo strumento, utile in questa fase, venga potenziato. La confederazione dei commercianti sottolinea che “la debolezza della ripresa e le incertezze che gravano sulle prospettive della nostra economia rendono molto difficile per le imprese una programmazione a lungo termine delle attività. Non c’è da stupirsi, dunque, se queste ricorrono al lavoro accessorio, come testimoniato dall’aumento dell’utilizzo dei voucher, e comunque in frenata rispetto all’incremento registrato nello stesso periodo dello scorso anno sul 2014. La ripartenza iniziata nel 2015, infatti, ha iniziato già dall’ultimo trimestre a dare segni inequivocabili di rallentamento, in seguito confermati anche dalle previsioni della Banca d’Italia e del Fondo monetario internazionale. In una fase come questa, il voucher è uno strumento utile a tutti: alle imprese, soprattutto nella gestione dell’attività non programmabile, in particolare nei settori di commercio turismo e servizi, ma anche ad un’importante quota di lavoratori – tra cui studenti e genitori – che desiderano un lavoro flessibile e non strutturato per poter far fronte agli impegni privati, come ci dicono i dati Inps: i lavoratori che vengono pagati con i buoni, infatti, sono soprattutto donne (in oltre la metà dei casi) e giovani, visto che l’età media non arriva ai 36 anni. Per questo Confesercenti ritiene fuori luogo le polemiche a priori sull’uso dei buoni lavoro. Anche perché la stretta già c’è stata: le nuove norme introdotte per garantire la piena tracciabilità dei voucher sono una garanzia non solo verso possibili abusi dei datori di lavoro, ma anche verso la concorrenza sleale operata a danno degli imprenditori che utilizzano correttamente questo strumento. Per questo si ritiene che, dopo aver fatto il punto sulle regole, si debba procedere ad una fase di potenziamento dello strumento: in primo luogo alzando il tetto annuale di compensi percepibili dai prestatori ed anche di quello erogabile dalle imprese commerciali. Infine, l’associazione sottolinea che la povertà è eredità pesante della crisi, per cui servono politiche economiche e sociali più incisive. Decisiva sarà la prossima legge di stabilità.