Folle Lorenzin. Cataratta, antitumorali, anticoncezionali, a pagamento
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Folle Lorenzin. Dovremo pagare il ticket sulle amputazioni delle dita, sulle ernie, sui calcoli e sulle cataratte (tutte operazioni a rischio). Cure declassate da operazioni chirurgiche a interventi ambulatoriali solo per risparmiare qualche migliaio di euro. Di fatto, un taglio al Servizio sanitario nazionale e un aggravio per le tasche dei contribuenti, fatto passare sottotraccia con un atto dovuto quale è la definizione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza. L’ultimo piano risaliva al 1999. I nuovi «Lea», sono arrivati con un decreto della Presidenza del consiglio dei ministri, frutto di una trattativa serrata tra l’esecutivo e le regioni. Alcune cure entrano nel paniere di quelle totalmente gratis. Altre ne escono. In generale il provvedimento comporta un costo per i cittadini che la Cgil Funzione pubblica ha calcolato in 60 milioni di euro di nuovi ticket. La cifra è certa. Il grosso è dovuto alla introduzione di nuove prestazioni ambulatoriali. Poi ci sono 20 milioni di euro che arriveranno, appunto dallo spostamento di alcune prestazioni dal Day Surgery, cioè la chirurgia che non richiede un ricovero, al regime ambulatoriale. La differenza non è solo di tipo medico o organizzativo. Sui primi non si paga il ticket, sui secondi sì. In un commento tecnico a decreto, il sindacato dice che «è condivisibile» che alcune prestazioni passino «nella sede più appropriata», quindi l’ambulatorio anziché l’ospedale. «Ma non è accettabile un ulteriore aumento del numero di prestazione su cui grava il ticket, tanto più che si tratta di prestazioni di tipo chirurgico». La lista degli interventi ad «alto rischio» di ticket è lunga ed è contenuta in un allegato del decreto. C’è la liberazione del tunnel carpale e tarsale, la ricostruzione della palpebra, l’intervento di cataratta «con o senza impianto di lente intraoculare», gli interventi sul cristallino. Poi la chirurgia ortopedica, con la «riparazione di dito a martello/artiglio», l’artoscopia, alcuni interventi «artroplastica». Finiscono nella lista anche la «amputazione e disarticolazione delle dita della mano», del pollice e di dita del piede. Intervento complesso che comprende anestesia, esami pre intervento, medicazioni, rimozione punti e controlli successivi. Ce n’è anche per chi ha i calcoli con la «litotripsia extracorporea del rene, uretere con cateterismo ureterale». Poi la «riparazione monolaterale di ernia inguinale», crurale (femorale) e ombelicale, «diretta o indiretta» con o senza innesto di protesi.
Queste le ultime spallate della Lorenzin al sistema sanitario pubblico. L’effetto? Sette italiani su 10 hanno rinunciato a curarsi, mentre nei pronti soccorso mancano personale e letti. Un inferno dantesco, a cui la ministra della Sanità ha fornito il suo contributo di incapacità. In un precedente articolo abbiamo proposto al suo posto il Dr Massimo Barra, ex Presidente della Croce Rossa Italiana, e poi Internazionale, che ha esperienza da vendere ed un curriculum da far invidia. Ma è lontano dalla politica, e Renzi ama circondarsi di incapaci, venduti, e fedeli alla linea. Eccola la meritocrazia del Presidente del Consiglio. Eppure, se si volesse rimettere sui binari giusti la sanità pubblica, i denari ci sarebbero, a costo zero, come ad esempio riaprire le case chiuse, che in Germania rendono allo Stato almeno 6 miliardi di euro. Ed allora, ci chiediamo, perché Renzi invece di girare l’Europa e genuflettersi alla Merkel, col piattino dell’elemosina in mano, non vara subito un provvedimento che seppellisca per sempre la legge Merlin? Poi, altri soldi potrebbero provenire dalla liberalizzazione droghe in farmacia, dietro prescrizione medica ed a pagamento. Sicuramente incassi record. Si dirà, lo Stato non può immettere nel circuito sanitario sostanze nocive per la salute, che invece vengono spacciate, nonostante i sequestri, dal malaffare. Allora, seguendo la logica del proibizionismo dovrebbero sparire anche le sigarette dal mercato, cosa che non avviene. Quindi, due pesi e due misure. I soldi ci sono, andate a prenderli, e ridate ai cittadini una sanità pubblica degna di tale nome. Folle, folle, ancora folle Lorenzin.