L’Inps revoca la pensione d’invalidità ad 1/3 degli aventi diritto

92762_oinpsfacebook1Inps. Il Governo punta al risparmio sulle spalle dei meno fortunati. Aumenta infatti il numero delle prestazioni d’invalidità civile (pensioni e assegni di accompagnamento) revocate in seguito a visita medica di controllo. Aumenta sia in termini assoluti sia in percentuale. Nel 2011 il campione di invalidi sottoposto a verifiche è stato di 250 mila. Quelli effettivamente visitati dai medici dell’Inps sono stati, al 31 dicembre 2011, 122.284. A 34.752 di questi è stata revocata la prestazione perché il loro grado di invalidità è stato ritenuto inferiore al 74% necessario per la pensione e/o al 100% che serve per avere l’assegno di accompagnamento. La percentuale delle revoche è stata quindi del 28,42%. A questi dati vanno aggiunte le circa 37 mila prestazioni sospese alle persone che, convocate per la visita, non si sono presentate. Sospensioni che si trasformeranno in cancellazioni se gli interessati non si presenteranno al controllo sanitario entro 60 giorni. Il risparmio previsto sulle 34.752 revoche già decise può essere stimato in 180 milioni di euro, dice l’Inps. Ben oltre 250 mila controlli sono previsti per quest’anno. Alle associazioni e ai singoli cittadini che lamentano criteri troppo rigidi da parte dei medici Inps, il presidente replica che «è giusto fare questi controlli in modo da poter concentrare le poche risorse a disposizione su chi ne ha davvero bisogno. Non dimentichiamo che si parla di appena 267 euro al mese per i pensionati d’invalidità, oltretutto subordinati a bassi requisiti di reddito, e di 492 euro al mese per l’indennità di accompagnamento». Per evitare però di chiamare a visita di controllo persone con invalidità permanenti, per esempio il cieco o l’infermo in carrozzella, come purtroppo è avvenuto, l’Inps ha chiesto alle Asl i fascicoli sanitari degli invalidi selezionati nel campione, «ma solo nel 13% dei casi ci sono stati dati». È andata meglio con gli stessi invalidi, che hanno inviato la documentazione nel 58% dei casi. Ma i casi di visite inutili, oltre che inopportune, non sono stati ancora eliminati. Di qui le proteste, spesso giustificate.

Fin qui per quanto riguarda i controlli. Ma forse dove più c’è da migliorare è nelle procedure di concessione delle prestazioni di invalidità. In media tra la domanda (se ne presentano 2 milioni l’anno e circa 500mila danno luogo a prestazioni economiche) e la riscossione passano 408 giorni, mentre la legge dice che non si dovrebbe superare il limite di 120 giorni. «Noi per velocizzare le pratiche – dice Mastrapasqua – abbiamo proposto a tutte le Regioni di fare delle convenzioni in modo che sia l’Inps a occuparsi delle visite anziché le Asl, ma nessuna ha accettato, nessuna vuole privarsi del potere di gestire la concessione di queste pensioni».

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