Se vince il No, pronto governo Padoan
E se vince il no? Dopo il voto sulla Brexit, e la vittoria di Trump alle elezioni a stelle e strisce, l’ambiente della finanza teme un’affermazione del no al referendum costituzionale: ecco perché cerca di seminare il terrore fra gli elettori con minacce e ricatti. Il Financial Time sostiene, che se a prevalere sarà il no, si scatenerà l’apocalisse; il 5 dicembre l’Italia potrebbe risvegliarsi fuori dall’Euro, e la Francia, vincesse Marie Le Pen, la seguirebbe a ruota. A quel punto l’Europa sarebbe sbriciolata, e questo scenario non piace per nulla al mondo finanziario. Lo stesso ministro delle Finanze tedesco, ha tuonato che fosse nei panni di un cittadino Italiano voterebbe Si, e sarebbe la prima volta a trovarsi in sintonia col premier Renzi. La soluzione ai problemi dello stivale, secondo Wall Street, è l’imposizione di un nuovo governo tecnico, credibile nella persona di Padoan. Ma non finisce qui, anche le agenzie di rating ci hanno minacciato, sostengono che l’Italia deve andare avanti con le riforme, altrimenti, sul tavolo è pronto ll declassamento, ovvero il baratro di greca memoria. Per la grande finanza la crisi è diventata un metodo di governo. Le banche non si accontentano più di dominare l’economia, hanno bisogno di controllare anche la politica. Infatti, anche le mafie, si sono orientate verso il mondo finanziario. I figli dei boss, ora studiano economia e finanza nelle più prestigiose università. J.P.Morgan nel 2013, in un dettagliato report, intitolato “Aggiustamenti nell’area Euro”, ha spiegato che la Costituzione italiana è socialista, e che la carta garantisce troppo i lavoratori. Il mondo della finanza vuole riscrivere le regole del mercato del lavoro, per ridurre i cittadini europei ad un esercito di schiavi sottopagato (sarebbe interessante, a tal proposito, conoscere l’opinione dei sindacati italiani di categoria che sempre tacciono). Inoltre, si vuole che Paesi come l’Italia, continuino a ridurre il proprio debito (Austerity) e si apra la strada alle privatizzazioni. I mercati sono affamati, pronti a fagocitare le nostre utilities, le aziende che gestiscono i servizi, energia, acqua, luce e gas in testa, espropriando gli enti locali (vedesi capitolo V della Costituzione). Ma attenzione, le utilities non sono beni astratti, bensì il motore delle nostra vita quotidiana, e se ci verranno sottratti, diverremo alla mercè dei nuovi barbari.