La rottamazione delle cartelle Equitalia costerà cara ha chi ha estinto i contenziosi

Equitalia –  Rottamare le cartelle Equitalia costerà caro a chi ha rinunciato ai contenziosi in atto. Dunque, mentre il 15 Giugno scadono i termini della minisanatoria, dall’altra chi aveva contenziosi tributari ed è stato costretto a rinunciarvi, per poter partecipare alla sanatoria, si troverà un bel conto extra da pagare, perché nessuno ha informato i contribuenti della trappola preparata per loro. Si tratta del pagamento automatico dei costi legali, cioè come se il dissenziente avesse perso la causa. Inoltre, c’è da rilevare che dopo la nomina del renziano di ferro, Ernesto Maria Ruffini, quale direttore al posto di Rossella Orlandi, scoppierà una guerra interna tra i due, e non solo. Infatti la Orlandi ha reagito prontamente al guanto di sfida gettato da Renzi, ed è corsa ai ripari, rifiutando una collaborazione con il governo e facendosi nominare dal Comitato di gestione di Equitalia, vice direttore con delega al Catasto, che è avvenuta senza che il governo ne fosse informato. Dunque è già in corso una faida interna, e la Orlandi può contare su tutti i dirigenti dell’apparato. E non a caso la si è dotata di una poltrona che conta , soprattutto in vista del varo di una possibile prossima patrimoniale. Se ne vedranno delle belle, anche se alla fine, sicuramente, a pagarne le spese sarà, come al solito, pantalone.

La rottamazione delle cartelle Equitalia costerà cara ha chi ha estinto i contenziosi
La rottamazione delle cartelle Equitalia costerà cara ha chi ha estinto i contenziosi

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo, comunque, che dal 1° luglio di quest’anno diventa più facile e veloce pignorare il conto corrente, in caso di debiti fiscali e cartelle esattoriali. La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che prende il posto di Equitalia, ma c’è  un ricorso al Tar  , e ancora tutto può succedere) potrà  accedere direttamente a diverse banche dati, procedendo al pignoramento dei conti correnti, in modo diretto senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice. Ma soprattutto le somme saranno immediatamente bloccate e rigirate al Fisco, per gli importi a debito. Altro che l’annuncio “Pinocchio” che fece Renzi, sulla chiusura di Equitalia.

Dunque, una volta entrate in vigore le disposizioni del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 (il famoso D. L. 193/2016 successivamente convertito nella Legge 225/2016), il nuovo ente – che opera sotto la vigilanza e il controllo dell’Agenzia – avrà l’accesso all’immensità dei dati dell’Anagrafe Tributaria. Ed è tale possibilità a consentire il pignoramento dei conti corrente direttamente senza bisogno di attivare la procedura di autorizzazione di un giudice. L’AdE-Riscossione potrà accedere anche alla banca dati dell’Inps, ottenere le informazioni che le servono (come ad esempio i dati relativi al rapporto di lavoro) e procedere a pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità ecc.

Nella sostanza, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione nel momento stesso in cui notifica la cartella esattoriale non deve rivolgersi al giudice per citare in giudizio il debitore e attendere la sentenza, in quanto la cartella di pagamento è in sé già un atto esecutivo al pari dell’atto di precetto (ossia l’atto che intima al debitore il pagamento del debito entro 10 giorni dalla notifica) e pertanto può procedere al pignoramento conto corrente, se passati 60 giorni dalla notifica la cartella esattoriale non è stata pagata. Trascorso il suddetto termine l’Ente della riscossione, può subito inviare alla banca l’atto di pignoramento ancora prima di notificarlo all’interessato, per poi invitare quest’ultimo al pagamento di quanto dovuto entro altri 60 giorni. Se il debitore poi, persevera e continua non pagare quanto dovuto il Fisco richiede alla banca di versare l’importo pari al debito, senza necessità di rifarsi a un giudice per far emettere il relativo provvedimento.

COME DIFENDERSI – Il contribuente che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, per impedirlo e difendersi, deve presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento una richiesta di rateizzazione. Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il contribuente può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.

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