Volare digitale : un nuovo miracolo economico è possibile
di Roberto Casalena
“Un nuovo miracolo economico è possibile” è quanto afferma Maria Grazia De Angelis nel suo ultimo libro “VOLARE DIGITALE“: governance e competenze per una trasformazione senza limiti” a cui l’Associazione Nazionale Giovani Innovatori ha conferito recentemente una menzione di merito.E’ un libro che, partendo dall’analisi del contesto attuale in continua evoluzione, guarda con coraggio ai motori del cambiamento, alle competenze del futuro e alle importanti trasformazioni che stanno pervadendo le organizzazioni,illustrando le leve gestionali necessarie per lo sviluppo delle capacità di adattamento al nuovo e per muoversi efficacemente, non solo nel mondo globalizzato , ma anche nel difficile e speciale rapporto con le profonde aspirazioni dell’uomo che nasce analogico e deve diventare digitale.

“Alla prospettiva dell’economia fondata su talenti individuali e imprese innovative l’Italia deve guardare con particolare attenzione e interesse se vuole giocare la partita dell’innovazione” afferma l’autrice “La nostra è una realtà socio-economica povera di risorse materiali, ma ricca di un potenziale tecnico e scientifico che deve essere capitalizzato, creando ecosistemi dell’innovazione decentrati sul territorio e in grado di sostenere le migliori energie nella loro voglia di intraprendere”. E’ pertanto fondamentale avere un approccio sistemico nel seguire, coltivare e stimolare tutti i vari ambienti che sono adatti per la formazione di talenti e l’incubazione di idee innovative, da tradurre in progetti imprenditoriali capaci di superare la prova del mercato. Ma soprattutto è necessario che l’Italia colga le opportunità offerte dai Fondi europei per promuovere i processi di trasformazione digitale delle imprese con una politica industriale attenta al rilancio degli investimenti e alla creazione di un sistema dell’innovazione in grado di rafforzare il collegamento tra Ricerca e Industria.
La sfida per la maggioranza delle aziende non è essere digitali, come comunemente si pensa “la sfida, prima di tutto, è disporre di un capitale umano messo in grado di gestire la rivoluzione culturale che la digitalizzazione richiede”. L’incontro di saperi tradizionalmente considerati incompatibili sta generando innovazione e qualità, sia in quelli che vengono considerati i settori tradizionali, che in quelli più innovativi, nelle piccole così come nelle grandi imprese. Il lavoro in team di persone con saperi diversi rappresenta un altro degli aspetti fondamentali se si vuole puntare all’innovazione e alla crescita. I settori che hanno sperimentato l’incontro virtuoso tra tecnologia e saper fare artigianato sono diversi. Per esempio, se oggi l’Italia è leader in alcune tipologie di stampanti 3D è perché ricercatori e piccoli imprenditori hanno saputo lavorare insieme al miglioramento delle tecniche per la fusione a cera persa, che vengono poi utilizzate anche in altri contesti. Ciò che va sottolineato è l’importanza di sviluppare metodi di gestione dell’innovazione che consentano di fare incontrare culture e sensibilità diverse.
Come afferma la De Angelis nel suo libro “E’ necessario dare fiducia e sostegno alla crescente spinta all’autorealizzazione personale che sempre più anche in Italia porta i giovani a creare nuove imprese. L’orientamento d’assumere è simile a quello che ha ispirato la cultura del “miracolo economico”, cioè la fase di intenso sviluppo con cui l’Italia ha compiuto un decisivo passo in avanti nel processo di industrializzazione, proprio in virtù del peculiare modello di imprenditorialità bottom-up che ne è stato alla base. Per questo è cruciale la presenza di Istituzioni economiche e politiche capaci di stimolare, attraverso una struttura di incentivi e di semplificazioni burocratiche, lo sviluppo dei settori innovativi e delle nuove imprese a base tecnologica e l’interesse degli investitori di venture capital.”
Non possiamo più permetterci di restituire all’Europa circa il 70% (media nazionale anno 2020, con percentuali ancora più elevate per le Regioni del SUD) dei fondi europei che transitano attraverso le Regioni Italiane. Va sottolineato che mentre per quanto riguarda il numero dei progetti che utilizzano i Fondi diretti l’Italia si attesta al terzo posto, di quelli che transitano per le Regioni solo il 30% sono utilizzati. Nè si può dimenticare che fin dall’Aprile 2016 la Commissione Europea ha adottato la Comunicazione “DigitisingEuropeanIndustry” (DEI) per promuovere i processi di trasformazione digitale delle imprese con una politica industriale attenta al rilancio di investimenti innovativi ed al rafforzamento del collegamento tra Ricerca e Industria, attraverso un’efficace rete di Competence Center (CC) e Digital InnovationHub (DIH).La costruzione di un’Italia più aperta può certamente essere trainata dall’export, ma il suo successo presuppone uno sforzo di sistema che coinvolga tutto l’apparato produttivo italiano per adeguarlo attraverso politiche industriali al passo con la rivoluzione tecnologica e con le nuove esigenze di consumatori e mercati.
La progettualità digitale, e non solo, è spesso carente nelle nostre PMI strutturalmente sotto-managerializate, figure come l’ E_Leader e il Temporary Management, ampiamente descritte nel libro, diventano pertanto fondamentali per portare in azienda, non solo la progettualità digitale, ma anche le competenze necessarie a sviluppare condivisione, responsabilizzazione, fiducia e senso di appartenenzaNel libro molto accattivanti sono i continui riferimenti a recenti esperienze di digitaltransformation, che riescono a fare comprendere al lettore i passi necessari per affrontare la complessa era della servitizzazione. e dell’economia dei talenti. Il testo rappresenta un’ottima guida non solo per imprenditori e manager, che si trovano a dovere gestire ed affrontare con metodo la complessità del cambiamento digitale, ma, anche per tutti coloro, giovani e diversamente giovani, che desiderano comprendere le trasformazioni in atto e orientare il proprio percorso professionale.