Dal centro alla periferia. Tutta la materia urbanistica va rivista
Di Rodolfo Violo
Andiamo avanti con leggi e leggine regionalii che hanno più di venti anni e non hanno mai funzionato
Abbiamo una legge urbanistica nazionale, la 1.150 del 1942 che tra poco avrà ottanta anni.
Nonostante sia datata , è migliore di quelle emanate dal novanta in poi sull’onda della liberalizzazione e della deregulation. Vi sono ormai molte questioni che la contemporaneità ci pone, e che vanno affrontate. Si sono emanate leggi pessime, da una parte quelle dello Stato ( c’è la mania dei testi unici), mentre nelle Regioni c’è la pessima abitudine a inserire qui e lì nelle finanziarie e negli assesti di bilancio ,norme di qualsiasi genere, e questa è una pessima abitudine , lesiva di qualsiasi forma di chiarezza e di trasparenza.
Tutti abbiamo oltre che necessità, diritto di sapere esattamente quali usi possiamo fare del nostro territorio, ma non possiamo sapere quali sono i nostri diritti. Spesso per farli valere dobbiamo ricorrere ad avvocati amministrativi, che ci rilascino
pareri pro veritate o avanzino ricorsi ai tribunali amministrativi ed al Consiglio
di Stato. Ciò fa vacillare qualsiasi certezza del diritto, che mina l’ economia e non consente di soddisfare le necessità di vita delle nostre comunità. Si continua a rincorrere una sorta di panteismo naturalista che non trova altre strategie che quella di porre vincoli ovunque. È vero che gli uomini hanno bisogno per la loro salute di aria pulita ,di acqua limpida, di suolo non inquinato, ma hanno anche la necessità di avere un tetto sotto il quale abitare e ripararsi dalle intemperie ,per poter sfamare i propri figli, come fanno, del resto, gli animali, ma anche educarli Per soddisfare tutte le loro necessità materiali e spirituali gli uomini hanno bisogno di lavorare ,produrre , mantenersi in salute, curare il fisico e lo spirito, per costruire un habitat sano ed intelligente c è bisogno innanzitutto di conoscere perfettamente il pianeta da tutti i punti di vista.
Le visioni settoriali possono portare a delle distorsioni. Dobbiamo essere capaci di fare quella sintesi che ci consenta di avere una visione umanistica del futuro da costruire.