“Dalla terra al cielo “. Il piano territoriale paesistico della Regione Lazio secondo Valeriani : sarebbe “una grande conquista “
Ecco come l’assessore Massimiliano Valeriani assessore allurbanistica della regione Lazio fa diventare un vergognoso fallimento ,una conquista di cui vantarsi
di Rodolfo Violo
Valeriani e un abile politico ma di paesaggio edi urbanistica non capisce molto o probabilmente fa finta Questo piano paesistico è la tomba di ogni pianificazione urbanistica comunale.
I comuni potranno rilasciare autorizzazioni solo ove il PTPR lo consente ovvero solo nelle zone ove era già previsto ,cioè il “paesaggio urbano “e il “paesaggio in trasformazione “cioè una minima parte del territorio circa l ‘8/00 l’assessore Valeriani nell articolo comparso sul Corrrriere della sera rappresenta una condizione che forse ha sognato, ha il coraggio di affermare che erano i vecchi piani paesistici che creavano ostacolo.
In realtà quei trentanove piani redatti dalla regione dopo la legge Galasso da più di cento professionisti selezionati in base ai loro curricula, impedivano le trasformazioni soltanto
in uno dei quattro tipi di paesaggi ,quelli classificati perla loro particolare bellezza ed integrita come ambiti di tutela assoluta.
Il nuovo Piano territoriale Paesistico approvato dopo 22 anni dalla LR 24 /99 è molto più restrittivo, e non consente alcuna trasformazione se non la manutenzione dei due dodici paesaggi individuati.
Tra questi dodici paesaggi, sei tipologie riguardano il paesaggio agrario ritenuto sacro e inviolabile.
Quella della cartografia è diventata una barzelletta, quanto tempo ci vorrà per vedere rappresentato il territorio così com’è oggi nel 2021?
Quella assunta come base cartografica è già vecchia di circa otto e più anni.
In realtà questo piano paesaggistico è completamente sbagliato dal punto di vista metodologico. Non si può accettare che la regione non sia dotata di uno strumento di pianificazione attiva che dia indirizzi strutturali al territorio ed indichi ai comuni che cosa fare. Non é facile valutare ora chi si è voluto favorire con le duemila osservazioni accolte sulle 22000 presentate dai 378 comuni del Lazio.
Nel piano di tutela non ci si interessa, se non superficialmente dei centri storici, ma nemmeno dei castelli delle abbazie delle torri delle ville dei monumenti da ristrutturare e conservare per il futuro.
La Regione Lazio con questo piano insulso ha dimostrato di essere un ente che va alla deriva.
Va Costituita realmente una Regione metropolitana mettendo in cantiere un piano di struttura come ha fatto da tempo la Regione Ile de France, che ospita la grande Parigi.
Noi siamo sempre tremendamente indietro..
Rodolfo Violo, Professore di Architettura, Università di Roma “La Sapienza”