Nessuno controlla il “copia-incolla“ delle tesi di laurea. Perché?

Anche l’interrogazione parlamentare dell’On. Cascello sembra essere caduta nel vuoto

di Alberto Zei

Alcune settimane fa avevamo segnalato lo scandalo che si stava allargando in Italia per il plagio delle tesi di laurea e di quelle di dottorato.

Avevamo ritenuto che non sarebbe finita come una bolla di sapone in quanto la situazione di stallo in cui al momento si trovava l’indagine di questa dilagante fenomeno non avrebbe potuto reggere di fronte alla riprovazione generale per il non corretto funzionamento degli atenei de nostro Paese.

L’interesse era ed è infatti quello di opporsi a questo genere di cose così come l’interrogazione parlamentare a risposta scritta dell’onorevole Casciello ha ufficialmente richiesto.

L’appello alla chiarezza inoltrato alcuni mesi fa dal Prof. Zecchini, noto archeologo nazionale, al Ministro dell’Università e a quello della Ricerca, riguardante un vero e proprio saccheggio letterario delle sue coperte archeologiche e di una quarantina di altri autori rappresenta proprio il simbolo di ciò che si ottiene in Italia attraverso il plagio dilagato ormai al livello di tipografia del copia incolla.

Ma chi sono coloro che si avvalgono di questo metodo? Si tratta di studenti certamente non in grado di poter realizzare ciò che invece vogliono far credere, avvocandosi il merito e il riconoscimento da parte dello Stato di ciò che invece gli altri avevano già scoperto.

Si tratta dell’egemonia delle funzioni più importanti nella pubblica amministrazione che in questo modo vengono monopolizzate da un gruppo di persone il cui merito non è quello professionale che non possiedono ma quello della fedeltà non certo vero lo Stato.

Quei laureati nei punti chiave

In altri termini è un sistema ormai pervaso nel nostro Paese dove le lobby interessate preferiscono inserire nei posti chiave quei laureati che assicurino riconoscimento e devozione e che mantengano continuità di collegamento con le stesse lobby di appartenenza.

È stato inizialmente il Prof. Arcangeli che ha portato alla ribalta della cronaca il caso delle dei ministri Madia e Azzolina le cui indagini su ciò che è avvenuto ha già spiegato almeno in parte ciò che il fatto stesso sottende ma facendo luce su una situazione qualitativa definita come l’iceberg di un volume sottostante di elevata estensione.

Ancora non è dato sapere quale sia la dimensione di questo sistema ma si apprende che attraverso le indagini in corso vi siano vere proprie strutture esterne dedicate su commissione a questo sistema.

Sempre da confermare sembra che questo metodo venga usato anche in alcuni settori professionali. Se è vero però, come da qualche parte si afferma, che il plagio letterario ha le gambe corte, è lecito sperare, stante anche l’ attuale impegno politico, che non faccia molta strada.

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