Riflessione politica sulla DC di Aldo Moro

di Rodolfo Violo

Non c’è bisogno di reinterpretare in chiave moderna la Bibbia e il Vangelo. Il messaggio di Cristo è universale, eterno e sempre attuale. Tuttavia non si può non prendere atto che il mondo va inesorabilmente cambiando, non sempre lasciandoci in condizioni di serenità e di tranquillità. Stiamo andando verso una evoluzione accelerata dalla globalizzazione, di fronte alla quale alcuni messaggi precursori come quello di Teilhard de Chardin, il gesuita proibito, sulla evoluzione e sul punto Omega, diventano profetici. A distanza di quarantacinque anni dal giorno in cui fu trovato il cadavere di Aldo Moro in una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, la DC Nazionale commemora per l’ennesima volta, la sua morte avvenuta il 9 maggio 1978, sono presenti il segretario nazionale Franco De Simone e il prof. arch. Rodolfo Violo coordinatore del Centro Studi.

Tra le file democristiane soprattutto Aldo Moro, fu preveggente, ma è stata anche la vittima di chi volle reprimere ogni tentativo di vero rinnovamento nella società italiana degli anni settanta. Moro fu materialmente ucciso da gente giovane, imbevuta di quelle idiozie maturate con le lotte studentesche e allevata nelle formazioni di Lotta continua, Potere operaio, Avanguardia Operaia, Lotta armata per il comunismo, gruppi extra parlamentari degenerati poi nelle Brigate Rosse (BR), Gruppi d’azione partigiana (GAP), Proletari Armati per il Comunismo (PAC), Nuclei armati proletari (NAP), Prima linea (PL), Comitati comunisti rivoluzionari (CoCoRi) Era gente convinta che si potesse riformare la società con la violenza imponendo con il terrore delle armi una dittatura del proletariato. Come era maturata una simile follia? Quale era il contesto? Epoca buia della lotta armata difficile da ricostruirsi storicamente. Durante gli anni di piombo In Italia, tra il 1969 al 1982, la violenza politica e il terrorismo fecero 1.100 feriti e 350 morti. Già nel 1965 la crescita aveva rallentato ed erano aumentati i casi di sottoccupazione, precariato, sfruttamento.

I salari degli operai erano rimasti bassi, i servizi dello Stato insufficienti, il sistema scolastico inadeguato e i modelli culturali arretrati. È stato determinante il fatto che un partito così ingombrante come la balena bianca desse fastidio e che la crisi provenisse proprio dall’interno di un sistema clientelare. Tale sistema è poistato ereditato da quelli che hanno preso il sopravvento nella seconda e terza repubblica. Da allora in Italia è stato di fatto imposto un regime di sinistra che ha occupato tutti i punti nevralgici dello Stato ed ha segnato la fine del più grande partito mai esistito in Italia. Infami, traditori si sono spacciati per moralizzatori e si sono alleati al Pool mani pulite. Dopo che Mino Martinazzoli, allora segretario, decise senza consultare l’elettorato e senza un congresso di scogliere il partito che aveva 12 milioni di elettori. Molti democristiani, passati a sinistra, si sono appropriati del patrimonio della DC auto eleggendosi portatori dei valori che cento anni prima erano stati affermati da Murri, Toniolo e Don Sturzo. Noi oggi abbiamo ricostruito nella legalità quel grande partito cattolico, la democrazia Cristiana Storica. Ma la storia può andare solo avanti non può tornare indietro.

Noi oggi siamo coloro che hanno conservato l’eredità di De Gasperi di Aldo Moro, di La Pira, di Amintore Fanfani e di tanti altri. Noi fuggiamo la società materialista e consumistica ed atea che propugna idee, tanto lontane dalle nostre ispirate alla religione cristiana, all’idea di casa di famiglia di Comunità, alla solidarietà ed all’osservanza dei dieci comandamenti e che sono ancora quelli dettati a Mosè sul monte Sinai. I nostri valori corrispondono a leggi naturali. Noi affermiamo con l’esempio le nostre convinzioni, ma non vogliamo costringere nessuno a pensarla come noi, conserviamo la fede lottando per una società migliore che risponda all’etica e agli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa La DC è stato considerata un partito di moderati e conservatori ma noi, oggi, in un partito rinnovato ci sentiamo realmente progressisti e rivoluzionari. Siamo un partito controcorrente che non segue le mode, ma disegna una via forse non utopica, ma entusiasmante che ci riscatti dalla mediocrità in cui è caduta la nostra società ed il nostro paese. Abbiamo portato in via Caetani le nostre bandiere e una corona di fiori, ma siamo stati colpiti dal fatto di vedere insieme a noi tanti compagni del PD, tra i quali, tanti di quelli anche cattocomunisti, che non vollero tentare una via per salvare Aldo Moro, e invocarono il principio che lo Stato non tratta con i terrorismo

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