Rimborsi bond argentini: la luce in fondo al tunnel
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Rimborsi tango bond. L’Argentina ha raggiunto l’accordo con gli hedge fund offrendo 4,65 miliardi di dollari, contro i 9 miliardi chiesti dai fondi. L’accordo prevede il rimborso del 150% del valore nominale dei loro Bond. In questo modo l’Argentina ha chiuso 15 anni di battaglie legali con gli hedge fund americani.che avevano rifiutato la ristrutturazione del debito dopo il default del 2001 e poi costretto Buenos Aires a un nuovo default (tecnico) nel giugno 2014. Bond che valgono 1,3 miliardi di dollari, mai ristrutturati ed emessi sotto la giurisdizione Usa. Una situazione sinora in fase di completo stallo visto che l’Argentina si rifiuta di pagare. A farne le spese sono anche centinaia di migliaia di risparmiatori italiani che si sono visti congelare le cedole sui bond ristrutturati nel 2005 e 2010 poiché i giudici hanno deciso che prima di tutto vanno soddisfatte le pretese dei fondi. L’accordo dovrà essere ora approvata dal Parlamento argentino, che dovrà rivedere le leggi approvate durante la precedente amministrazione che impedivano Presidente della Task Force Argentina, un accordo simile. La scadenza per firmare in via definitiva l’accordo è il 14 aprile, ma le parti potranno decidere un’estensione. L’intesa segue l’accordo con 15mila risparmiatori italiani rappresentati dalla Task Force ArgentinaNicola Stock, ha incontrato il Ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, e il Presidente della Consob, Giuseppe #Vegas, in merito al recente accordo preliminare con la Repubblica Argentina per il rimborso agli obbligazionisti italiani coinvolti nel default del 2001 e rappresentati dalla Tfa. Al centro degli incontri vi sono stati anche gli aspetti di natura giuridica e fiscale relativi alle risorse previste per i risparmiatori dallo stesso. Accordo di cui si attende la prossima ratifica da parte del Parlamento argentino, convocato all’inizio di marzo. Nicola Stock ha ricordato il grande lavoro di organizzazione in corso con le banche e i risparmiatori rappresentati dalla Tfa, e la positiva collaborazione con le Istituzioni italiane perché non vi siano intoppi burocratici o difficoltà di altra natura, considerato che i risparmiatori stessi hanno aspettato 15 anni dal default argentino per veder riconosciuti i loro diritti.