Mano tesa delle banche verso le Pmi

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13_493_20140605104126Mano tesa delle banche verso le Pmi. Gli istituti di credito provano a far respirare le piccole e medie imprese, concedendo una proroga sulle scadenze delle rate dei prestiti, e ciò è stato possibile,grazie alla liquidità immessa nel sistema dalla BCE. Ma per le famiglie, tut­to resta come prima. Le proroghe sono ancora con il contagocce.

Dunque, proseguono a pieno ritmo le iniziative delle banche in Italia sulla sospensione delle rate o allungamento dei finanziamenti alle Pmi. Tra ottobre 2013 e febbraio 2016 sono state accolte comples­sivamente 55.401 domande di sospensione del pagamento delle rate accolte per un controvalore complessivo di debito residuo pari a 18,5 miliardi di euro e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di 2,3 miliardi di euro. Inoltre, sono state accolte 9.584 do­mande di allungamento del piano di ammortamento pari a 2,6 mi­liardi di euro di debito residuo. Questo il risultato del monitoraggio – comunica Abi – che considera i risultati in corso dell‘Accordo per il credito 2015’, iniziativa siglata il 31 marzo 2015 con tutte le altre As­sociazioni di Impresa e in vigore fino al 31 dicembre 2017, con il precedente ‘Accordo per il credito 2013’.

L’analisi relativa alla distribuzione delle domande per attività econo­mica dell’impresa richiedente evidenzia che:

il 25,6% è riferito ad imprese del settore “commercio e alberghie­ro”;

il 14,4% è riferito ad imprese del settore “industria”;

il 18,9% è riferito ad imprese del settore “edilizia e opere pubbli­che”;

l’8,4% è riferito ad imprese del settore “artigianato”;

il 6,5% è riferito ad imprese del settore “agricoltura”;

il restante 26,2% agli “altri servizi”.

Si sottolinea che il nuovo Accordo per il Credito 2015 consente di sospendere anche i finanziamenti che hanno già beneficiato di tale strumento negli anni passati, con la sola esclusione di quelli per i quali la sospensione è stata richiesta nei 24 mesi precedenti. Si ap­prende, inoltre, che sono saliti a oltre la metà dei correntisti italiani (il 55%), pari a circa 16 milioni di cittadini, usa il web per operare con la propria banca, con un aumento del 9% rispetto a un anno fa. Due operazioni su tre oggi vengono effettuate online e non sono più solo i giovani a usare l’home banking: anche il 35% dei clienti di età compresa tra i 55 e i 75 anni, infatti, dialoga con la banca via web. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Abi con GfK che viene presentata oggi a Roma alla decima edizione del convegno Dimen­sione Cliente.

Sempre secondo l’indagine, col progressivo diffondersi negli ultimi anni dei canali a distanza, i clienti delle banche hanno sensibilmen­te ridotto le loro visite in filiale. In media, ciascun correntista si reca presso la propria agenzia 13 volte all’anno, contro le oltre 16 del 2010 e le 18 del 2008, sempre più spesso su appuntamento e in fa­sce orarie più estese. Liberata di molta parte dell’operatività routina­ria, la filiale ha acquisito un nuovo ruolo nella filiera distributiva delle banche italiane, e per questo ha innovato la propria struttura archi­tettonica e gestionale. In filiale, sempre più strumenti informatici e spazi dedicati alla consulenza si sostituiscono a casse e contante in circolazione. Dunque, mano tesa verso le imprese,mano retrattile verso famiglie e singoli, che non sembrano degni di attenzione.

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