Slitta data referendum. Mattarella: prima cambiare l’Italicum
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Qualora vi fossero stati dubbi, il referendum slitta data. Come già anticipato in un nostro articolo, si dovrà di bisogna riaprire la consultazione per tentare di fare il lifting all’italicum. Renzi, alla luce dei sondaggi che non lo vedono più protagonista indiscusso, grazie anche allo sciagurato Italicum, alla nuova legge elettorale in versione ventennio, e le traballanti riforme costituzionali, fa dietrofront. Ha finalmente compreso, che senza modifiche alll’Italicum, il SI non passerà mai. All’annuncio preceduto da squilli di trombe e tromboni delle sue dimissioni in caso di sconfitta, segue il prender tempo. Si slitta: A)per disinnescare l’0rdigno Italicum. Diciamo la proposta di riforma presentata dal M5S non era affatto male, ma è stata ignorata. Nel momento di gloria potenziale del Pd e di Fi. Poi, le cose sono cambiate, ed ora il rischio che a vincere siano i grillini, ed allora, meglio correre ai ripari, prima che il danno diventi disastro. B)Giungere al fisiologico termine della legislatura ed andare al voto nel 2018 (cosa a tutti gradita, anche se da qualche schieramento, a parole, provengono dinieghi).C) Attendere sulla riva che passi il cadavere M5S, minato dal difficile compito di gestire due grandi città, come Roma e Torino.
La nuova data del referendum, domenica 4 dicembre. Uno slittamento di mesi, dunque, e non di un paio di settimane così come si ventilava. Per il momento manca la conferma ufficiale, ma l’indiscrezione sarebbe stata confermata da alcune fonti a Palazzo Chigi. L’obiettivo di Renzi sarebbe anche quello di andare al voto dopo l’approvazione della legge di Bilancio: in caso di vittoria del “no” e di crisi di governo prima dell’approvazione della legge, l’Italia rischierebbe l’esercizio provvisorio.
A sollecitare lo slittamento del referendum sarebbe stato il Presidente, Sergio Mattarella. Una sponda, quella del Colle, assolutamente gradita a Renzi, che così avrebbe più tempo per sfruttare alcuni provvedimenti nel corso della campagna elettorale. Tra questi la possibile riforma delle pensioni, e un intervento sulla pressione fiscale, diminuita dal primo gennaio su famiglie e imprese.