Ipovedenti dramma. No a pensione invalidità. Inps fuorilegge

ipovedenti-no-pensione-invalidita

ipovedente-inps-responsabile-civileIpovedenti. Un esercito di oltre un milione di persone solo nel nostro paese, mentre nel mondo, secondo l’OMS, gli ipovedenti sono 246 milioni e il loro numero è in crescita anche a causa dell’invecchiamento demografico. Ipovedente è colui il quale vede in maniera sufficiente per non dover organizzare la propria vita come quella di un cieco, ma allo stesso tempo vede troppo poco per svolgere la sua vita come chi vede normalmente – dichiara il coordinatore della Commissione Ipovisione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Adoriano Corradetti. Oggi, come ieri, stabilire con certezza cosa sia l’ipovisione e chi siano gli ipovedenti, è un compito arduo, sia perché esistono diversi tipi d’insufficienza visiva, sia perché possono essere vari i parametri cui fare riferimento, sia perché la società moderna, aperta, civile, globalizzata non ha ancora acquisito la cultura stessa dell’ipovisione. Il primo vero e grande problema quindi, è di natura sociale-culturale: l’ipovisione è poco conosciuta, infatti solo una percentuale irrisoria di persone conosce il termine che invece spesso viene utilizzato come sinonimo di non vedente”. E’ fondamentale investire sulla prevenzione e sulla riabilitazione, perché le risorse impiegate per la prevenzione e le cure precoci non sono risorse sprecate anzi, valgono doppio, perché permettono alle persone di vivere meglio”.

L’ipovisione preclude tante cose nella vita delle persone che ne sono colpite, ed è assurdo che non ci sia nessun supporto da parte dello Stato per chi subisce condizionamenti così forti”. Persino l’OMS ci dice che ci sono priorità assolute che i servizi oculistici devono perseguire, e tra queste ci sono i servizi di riabilitazione degli ipovedenti”. Per quanto riguarda poi i bambini ipovedenti, è fondamentale il supporto della famiglia e della scuola. “Gli insegnanti che si confrontano con un bambino ipovedente spesso si trovano davanti a comportamenti che denotano frustrazione, dipendenza e insicurezza, isolamento, negativo concetto di sé e anche iperattività come strategia di evitamento – Giancarlo Abba, già Direttore scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano. Devono combattere spesso con un’attenzione labile, e attivare forme di coinvolgimento consono a far sì che lo studente possa raggiungere un’educazione adeguata, riconoscendo al bambino la difficoltà dell’apprendimento”. “Occuparsi della famiglia costituisce la migliore possibilità di assistere il bambino – dichiara Stefania Fortini, Psicologa-Psicoterapeuta Polo Nazionale per la riabilitazione visiva IAPB Italia Onlus. Spesso è il disagio psicologico degli ipovedenti e delle loro famiglie la condizione più onerosa. Riuscire a garantire un supporto psicologico adeguato al ‘sistema famiglia’ può rappresentare l’elemento chiave che consente all’individuo di accettarsi, avendo superato il proprio limite. Accompagnare l’ipovedente verso l’accettazione significa metterlo in condizione di giocare nella vita ad armi pari con chi non vive una disabilità, permet-tendogli di raggiungere la massima realizzazione possibile come essere umano”. Ci sono delle finestre di apprendimento che devono essere aperte nei primi anni di vita, è fondamentale per garantire ai nostri ragazzi un corretto approccio alla formazione e alla vita da ipovedente, e questo troppo spesso non avviene a causa delle gravi carenze del sistema sanitario italiano”.

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