Ministro Lorenzin: “votare Sì al Referendum un bene per la sanità”

regione-lazioMinistro Lorenzin, tutelare della Salute, scende sull’arena anche lei, a soccorso del presidente del Consiglio Matteo Renzi, in tema di campagna referendaria a favore del Sì, e lo fa con piglio e lessico vigoroso: “Oggi nel nostro Paese c’è un federalismo sanitario: ogni Regione fa come gli pare, e ci sono 21 sistemi sanitari diversi. Abbiamo materie concorrenti, conflitti su chi deve fare che cosa. In capo allo Stato ci sono solo i principi generali, le linee guida, quindi non c’è l’obbligo per le Regioni di farli applicare in maniera omogenea. Per questo si hanno forti squilibri da Regione a Regione. Con la Riforma cambierà tutto in meglio”. Lo afferma rispondendo alla domanda di un lettore durante il videoforum di Repubblica Tv, che le chiedeva in che modo togliendo potere alle Regioni in materia di sanità si migliorerebbe il settore, nell”ambito della riforma costituzionale. “La competenza esclusiva dello Stato – ha proseguito – diventano le disposizioni generali e comuni, ad esempio i piani diagnostici-terapeutici. Oggi ogni Asl si fa un piano terapeutico diverso, mentre se passa la riforma i piani li fa il ministero. Alle Regioni resta invece l”organizzazione e la programmazione sanitaria. E se la Regione non garantisce i livelli essenziali di assistenza, lo Stato fa valere la clausola di supremazia e interviene. È un passo avanti enorme per la sanità”. Il Ministro ha poi parlato anche dell’idea di “superare il modello organizzativo dei commissariamenti tout court” che incidono solo con i tagli ma fornendo un “intervento che responsabilizza”. A suffragio degli estrosi dictat regionali un esempio lampante lo fornisce la Regione Sicilia ove è prevista un’assurda sanzione amministrativa di Euro 50, per chi non dà disdetta previo avviso di tre giorni alla Asl di competenza, su appuntamenti prefissati per analisi, visite mediche, ed esami diagnostici. Insomma per dirla in soldoni cornuti e mazziati

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