Prelievi c/c: si rischia anche con 250€ al dì. Fine proprietà privata

bancomatPrelievi. Il problema non è quello di rispettare il limite all’utilizzo del contante, che è stato fissato ad euro 3.000 così innalzato dal precedente limite di euro 1.000 a partire dal 1.1.2016, ma l’emendamento che vorrebbe porre un limite ai prelievi in contanti è riferito alle presunzioni utilizzate dagli Uffici durante i controlli basati sulle indagini bancarie. Su tale  tipo di controllo fiscale, fino ad oggi, vengono considerati ricavi non dichiarati anche i prelievi in contanti effettuati, senza alcun limite di importo, se il titolare del conto non è in grado di fornire documentazione oggettiva di come sono stati spesi e di chi ne era il soggetto destinatario. Però, nella prassi amministrativa, durante la fase istruttoria, cioè mentre gli organi di verifica – Guardia di Finanza o Agenzia Entrate – controllano i conti correnti bancari, le circolari consigliano ai verificatori di non considerare come prelievi ingiustificati quelli di ammontare minimo o comunque pari od inferiore ad euro 250,00 al giorno, che dovrebbero essere considerati come riferibili alle necessità di vita quotidiane. Di fatto durante le indagini i nuclei di polizia tributaria si comportano in modo difforme fra loro: alcuni riconoscono come giustificati i prelievi fino a 300/500 euro, altri non giustificano neppure quelli sotto i 250 euro. Con l’emendamento in oggetto il legislatore esprime la volontà di intervenire, con una nuova norma di legge, a disciplinare un comportamento finora regolato dalla prassi e dal buon senso, individuando fino a quale ammontare i prelievi bancari possano essere considerati giustificati o giustificabili dagli organi di verifica, in modo da evitare trattamenti difformi o discriminazioni fra contribuenti. Tuttavia il limite di importo fissato per la presunzione del prelievo di imprenditori ed imprese necessita di alcune osservazioni. Se dovesse passare la nuova norma, anche le commissioni tributarie si troveranno con le mani legate. In secondo luogo, mentre il limite giornaliero fissato in euro 1.000 potrebbe anche essere considerato “abbondante”, invece il limite mensile fissato a 5.000 euro è sicuramente riduttivo, perché, finora, se un contribuente avesse prelevato 250/300 euro al giorno, avrebbe potuto giustificare fino a 7.500/9.000 euro di prelievi bancari al mese. La norma, però, offre il fianco ad una possibile violazione di principi costituzionali, infatti in Italia, almeno sinora, la proprietà privata è un diritto garantito per legge primaria, mentre porre un limite alla possibilità di prelevare il proprio denaro potrebbe violare questa norma e il diritto alla tutela della privacy del cittadino, nonché potrebbe essere considerato come un vantaggio illegittimo in favore delle banche.

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