Domenica 12 marzo, giornata imperdibile al Teatro dell’Opera di Roma
Domenica 12 marzo. Il primo appuntamento della giornata è il secondo incontro del progetto divulgativo I coreografi, i ballerini e noi che introdurrà il grande pubblico al trittico Robbins/Preljocaj/Ekman, in scena al Teatro Costanzi dal 31 marzo all’8 aprile. A presentare il programma a tre titoli, più contemporaneo della stagione ballettistica del Teatro dell’Opera di Roma è la studiosa Gaia Clotilde Chernetich. Brevi ritratti monografici e proiezioni video accompagneranno il pubblico alla scoperta di tre opere coreografiche: The Concert (1956) dell’americano Jerome Robbins, Annonciation (1995) del franco-albanese Angelin Preljocaj e Cacti (2010) dello svedese Alexander Ekman. I partecipanti potranno confrontarsi con la gestualità dei balletti analizzati e assistere a una sequenza di movimento tratta da Cacti, eseguita dal vivo da Claudio Cocino, recentemente nominato Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma. Inoltre una diretta video dalla sala prova del quarto piano del Teatro Costanzi arricchirà l’incontro con un “dietro le quinte” alquanto speciale: Eleonora Abbagnato durante la prova di Annonciation, balletto che danzerà il 31 marzo, il 2 e l’8 aprile. Il secondo appuntamento della giornata è con i Primi Ballerini, i Solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma in Coppélia del coreografo italiano Giorgio Mancini. Lo spettacolo, pensato per il pubblico dei più giovani, rientra nella programmazione del Dipartimento Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera di Roma che promuove la diffusione della cultura musicale e coreutica tra le nuove generazioni. Dopo la prima rappresentazione di domenica 12 marzo destinata al grande pubblico, si replica martedì 14, mercoledì 15 e giovedì 16 marzo alle ore 11.00 per le scuole. Coppélia, ispirato a un racconto di E.T.A Hoffmann, debutta nel 1870 al Teatro dell’Opéra di Parigi con la coreografia di Saint-Léon e la musica di Léo Delibes. Rappresenta un punto di rottura con il balletto romantico: i riferimenti a spiriti eterei, come silfidi e villi, lasciano spazio alle avventure, intrise di umorismo, di una bambola meccanica. La versione proposta al Teatro Nazionale è quella creata da Giorgio Mancini per il Teatro San Carlo di Napoli nel 2009. Il coreografo rivisita la drammaturgia del balletto, offrendo una visione più psicologica dei personaggi e più vicina all’originale testo di Hoffmann. In chiave moderna è ripensata l’ambientazione, che s’ispira alla società dell’effimero e alla continua celebrazione postmoderna del culto dell’immagine.