Altra spallata alla Sanità. Dovrà provvedere ai costi immigrati al posto del Ministero dell’Interno
Altra spallata alla Sanità. I soldi del già barcollante baraccone pubblico dovranno anche essere utilizzati per curare i rifugiati. E già, perché nella manovra correttiva del Milleproroghe è stato inserito anche il “ trasferimento di competenze in materia sanitaria per gli stranieri “ che prevede di far pagare il conto non più al ministero dell’Interno ma a quello della Salute, compreso il pregresso, a partire da Gennaio 2017.
SANITA’, CON IL MILLEPROROGHE MENO RISORSE PER CURARE GLI ITALIANI
Così ci saranno ancora meno risorse per curare gli italiani. Sulla questione, la ministra Beatrice Lorenzin , per ora tace. Tra l’altro non è chiaro se il trasferimento sarà finanziato al di fuori del budget o se ,invece, entrerà a pieno titolo nel computo generale del bilancio della Sanità ordinaria, e comunque non vi è indicazione su come verranno reperite le risorse necessarie. A questo punto ci sarebbe da pensare che ci possano essere all’orizzonte nuovi rincari per le prestazioni. Intanto c’è già stata un’alzata di scudi da parte delle regioni, soprattutto Lombardia e Sicilia, che sono quelle che accolgono più migranti. Ed inoltre le Regioni si chiedono come fanno a calcolare il pregresso che deve essere comunicato al Ministero della Salute entro la fine di Aprile.
SANITA’, LA SICILIA SI FA CARICA ANCHE DEI COSTI EXTRA PER I MIGRANTI
Infine, è bene ricordare che la Sicilia si fa carico anche di costi extra per i migranti, sia per i minori non accompagnati che per i primi soccorsi sanitari posti in essere per le migliaia di profughi che sbarcano quotidianamente. E non risultano rimborsi a favore delle Aziende Sanitarie Provinciali ne delle Aziende ospedaliere dell’isola. E sempre per rimanere in Sicilia, c’è da sottolineare che nel 2016, il Parlamento italiano ha aumentato la quota di compartecipazione alle spese della sanità regionale, portandola dal 42 a circa il 50% . In cambio la Regione Sicilia avrebbe dovuto ricevere, a compensazione, una quota delle accise sui consumi di carburante pari a circa 600 milioni annui, di cui però non vi è traccia. Dunque, la Sicilia paga di tasca sua le cure mediche eccedenti per i migranti. Parte di ciò che viene trasferito alla Regione , come fondi statali, giunge dalle imprese dell’isola , come fondi statali Irap. Il contributo dello Stato , nel suo insieme, non supera i 2,2 miliardi di euro, contro una spesa di 9,2 miliardi. Il conto è servito , mentre i 600 milioni annui che la Regione doveva e dovrebbe incassare, sono evaporati. Lorenzin, se ci sei batti un colpo.
Roberto Casalena