No ai medici ospedalieri che lavorano anche nel privato. Più ospedali e meno cliniche

Una riforma seria della Sanità pubblica dovrebbe escludere i medici ospedalieri dal poter operare anche nel privato. Ma la ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin, invece, prosegue sulla sua strada di tagli piuttosto che nel risanamento e rilancio della Sanità. Tant’è che nel suo cammino “ miracoloso”, da quando è in carica, ha combinato più disastri che altro.

NECESSARIA UNA RIFORMA DELLA SANITA’ I MEDICI OSPEDALIERI DOVREBBERO LAVORARE ESCLUSIVAMENTE NEGLI OSPEDALI

Ma cosa c’è da attendersi da una non laureata e messa in quel posto di prestigio dall’illuminato Alfano? E per dare solo alcuni cenni ai misfatti della ministra, partiamo dalla chiusura della guardia medica notturna, poi, l’aggregazione di più medici di base, in modo tale da poter garantire orari fino alle 24, nonché sabati e domeniche. Solo illusioni. La realtà è ben diversa. Gli studi aggregati dei medici di base , se ne fregano della Lorenzin, e chiudono, quando va bene alle 20. E  sabato e domenica occorre cercarne qualcuno come l’ago in un pagliaio. E chi controlla? Nessuno. Dunque, riforme che sono più vicine al delirio , piuttosto che alle esigenze di cittadini e pazienti. Per non parlare dei posti letto stroncati e del personale medico ridotto  al lumicino. Allora, suggeriamo alla ministra, si fa per dire, alcuni punti che riteniamo qualificanti per una Sanità pubblica mirata al malato, piuttosto che  agli appetiti delle varie caste dei baroni della Sanità: 1) I medici ospedalieri dovrebbero lavorare esclusivamente negli ospedali, e non finito l’orario di lavoro, in strutture private, od in visite a domicilio o studi medici privati; 2)Dovrebbe essere abrogata l’intramoenia, mentre dovrebbero essere pagate le ore di straordinario; 3) Si dovrebbero costruire nuovi ospedali, e contestualmente ridurre le convenzioni con le cliniche private; 4) Dovrebbero crearsi nuovi posti letto, perché quelli che ci sono non bastano al fabbisogno, 5) occorrerebbe pagare meglio il personale sanitario sulla base della meritocrazia. E’ chiaro che tutti i grossi papaveri della sanità pubblica non vogliono una riforma  basata sui 5 punti sopra descritti. Il motivo è semplice. Facciamo un esempio. Un chirurgo che opera nella sanità pubblica, dove le file escono fuori dagli ospedali,seleziona i pazienti. Per cui se qualcuno deve essere operato d’urgenza, gli dice di recarsi nella clinica dove opera, ed il problema è risolto in men che non si dica. Basta pagare. Ed alla fine la Sanità pubblica rimane solo per i meno abbienti , eccezion fatta  per le figure istituzionali o di rilievo. Per questi c’è sempre posto  ed interventi rapidi. Eccola la Sanità pubblica modello Lorenzin, che di sinistra non ha proprio nulla.

Roberto Casalena

l'ECONOMICO

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