Le più eclatanti truffe sul reddito di cittadinanza
Tra i percettori illeciti del reddito di cittadinanza non ci sono solo tanti piccoli furbetti ma anche alcuni grossi furboni.
La guerra ai furbetti del reddito di cittadinanza sta mietendo parecchie vittime: dall’avvio dei controlli svolti da Ispettorati del lavoro, Inps e Guardia di finanza sono parecchie centinaia le persone “pizzicate”a percepire il sussidio senza averne diritto, ma tra loro ci sono alcuni casi eccellenti, che spiccano tra tutti gli altri. Infatti le attività svolte da queste persone ed i redditi ricavabili da esse dimostrano in maniera evidente la truffa. Ecco quali sono le frodi più eclatanti scoperte in questi giorni, tutte in questo mese di novembre.
Le mogli dei boss di mafia
Uno dei nove fermati durante il blitz antimafia a Palermo del 19 novembre scorso possedeva una villa e veicoli per un valore di circa 300 mila euro; gli agenti della Squadra mobile, quando sono arrivati, hanno trovato un’enorme piscina contornata sculture, una sontuosa scalinata con due statue di leoni, e la moglie del boss che percepiva il reddito di cittadinanza. Tra i nove arrestati per l’associazione a delinquere, altri quattro di loro, oltre alla moglie del boss, avevano nel nucleo familiare persone che mensilmente percepivano il reddito.
Il parcheggiatore abusivo
Succede oggi 24 novembre a Napoli: l’uomo fa il guardamacchine nei pressi della stazione centrale, viene fermato dai poliziotti per un controllo, si scopre che è parcheggiatore abusivo. Ha cercato di giustificarsi con gli agenti dicendo di svolgere abitualmente quell’attività per sopravvivere. Ma quando viene perquisito, dal borsello spuntano non solo i soldi contanti degli incassi giornalieri, ma anche il libretto di pensione di invalidità e la carta per il reddito di cittadinanza.
Il contrabbandiere
Torniamo a Palermo: la Guardia di finanza lo scorso 22 novembre sequestra 7 tonnellate di sigarette di contrabbando (valore commerciale 1 milione di euro), che provenivano via mare dal nord Africa ed esegue 17 arresti. Un’operazione imponente, nella quale sono state sequestrate 8 imbarcazioni e 160 mila euro in contanti. Al momento dell’identificazione dell’equipaggio, tra i 6 italiani presenti uno è risultato percettore di reddito di cittadinanza.
Lo spacciatore di droga
Usiamo il titolo al plurale perchè stavolta i protagonisti sono due e neppure in collegamento tra loro, se non per il fatto di risiedere nella stessa provincia, Crotone. Qui i Carabinieri, nella giornata del 15 novembre scorso, arrestano in due distinte operazioni un 51 enne ed un 57 enne per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti; metadone nel primo caso e marijuana nel secondo, ma entrambi avevano in comune un’altra cosa: il reddito di cittadinanza.
Il venditore di abiti contraffatti
19 novembre a Rogliano, in provincia di Cosenza. I finanzieri vedono un uomo in strada con una voluminosa busta di plastica. Lo fermano e all’interno trovano capi di abbigliamento ed accessori contraffatti. Estendono il controllo all’autovettura ed è piena di scatoloni con articoli di note marche sportive e griffe della moda, anch’essi contraffatti e destinati alla rivendita. Presso l’abitazione ancora ulteriore merce contraffatta. Il “commerciante” percepiva già da aprile il reddito di cittadinanza, ed aveva incassato quasi quattromila euro.
Il pasticciere abusivo
La Guardia di finanza scopre un laboratorio dolciario abusivo in un appartamento. Una vera e propria fabbrica, in cui c’erano 160 chili di dolci pronti per la vendita a pasticcerie e forni, tra cui la tradizionale ‘frutta martorana’, tipica del luogo. Ci lavoravano marito e moglie; lui in passato era stato un pasticciere regolare ma poi aveva cessato l’attività. Da giugno di quest’anno percepiva il reddito di cittadinanza. Adesso dovrà restituire anche quello, oltre al recupero a tassazione dei proventi frutto dell’abusiva attività commerciale esercitata.
La persona morta da anni
Una anziana donna di Agropoli, in provincia di Salerno, era deceduta nel 2013 ma il reddito di cittadinanza arrivava e lo incassava la figlia 56 enne, insieme alla pensione. È stato possibile perché nessuno dall’Anagrafe comunale aveva inviato all’Inps la comunicazione del decesso. Così ha percepito per anni i 1.200 euro di pensione della madre, a cui da quest’anno si sono aggiunti 260 euro di reddito di cittadinanza. Lo hanno scoperto i Carabinieri lo scorso 11 novembre. La signora è stata denunciata per indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato e le sono stati sequestrati, in via preventiva, 67 mila euro pari alle somme complessive intascate. Pochi giorni prima altri casi simili si erano verificati in provincia di Bergamo, dove il reddito di cittadinanza continuava ad arrivare a tre persone che erano morte quattro mesi prima; li ha scoperti il Comune segnalandoli all’Inps. Il sussidio veniva incassato ufficialmente a loro nome.
Fonte : La Legge per Tutti