Rai, Mediaset & Co: Renzi dilaga in TV. Richiamo Authority
Rai & Company. Matteo Renzi dilaga in tv in pieno regime di par condicio. Rimprovero a Rai, Mediaset, Sky e La7. L’Agcom ha pubblicato i dati di monitoraggio della campagna referendaria nelle prime tre settimane dall’indizione dei comizi (28 settembre-16 ottobre). L’Autorità si è riunita e dopo una seduta fiume ha reso noti i dati e preso decisioni che faranno discutere, non ultimo il richiamo formale al Tg4 per il divario di tempo concesso nelle sue edizioni a favore del “sì”, a riprova forse della fiacchezza della campagna di Forza Italia già oggetto di scontro nel centrodestra. Renzi – conteggiato come istituzione (Presidenza del Consiglio) – ha parlato per oltre otto ore (di cui quasi cinque in Rai, quasi tre a Mediaset) in meno di venti giorni, più di tutte le altre istituzioni messe insieme. Che sommato al tempo delle notizie a lui destinate su tutte le reti fanno 20 ore in 19 giorni, più di una al giorno. I Tg della Rai hanno dato tutti, chi più chi meno, uno spazio maggiore al “Sì”. I tempi di antenna (cioè di notizia + parola) parlano chiaro: il Tg3 ha regalato minuti preziosi ai favorevoli, in percentuale il 48,1% contro il 43,1%. Sette punti in più li regala il Tg2 mentre il Tg1 sembra più equilibrato (45,4-44,7). Anche RaiNews, la rete a maggior indice di servizio pubblico, risulta sbilanciata a favore della riforma: il suo tempo di antenna al “Sì” è stato di 5 ore 47 minuti (45%) contro poco più di cinque al “no” (44,7%). Mediaset sembra tifare per il governo e la sua riforma. Il Tg4, come detto, viene richiamato perché il tempo di parola a favore del “Sì” tocca il 72,7% contro un misero 24,9% dedicato alle ragioni del “no”. Anche Studio Aperto tifa “Sì”: 50,1% del tempo di parola contro il 43 al “no”. Si dimostra più imparziale il Tg5 (45,1%-48,9). Cairo e La7 fanno il contrario: al no la rete dedica il 50% del suo tempo mentre al “sì” concede il 40-41%. Agcom ha – recita il comunicato – “ravvisato l’esigenza di limitare la presenza dei rappresentanti del Governo e del Presidente del Consiglio alla necessità di assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione (ex legge 515/93) – fatta salva l’attualità della cronaca e dell’agenda politica – dall’altra, quella di garantire un adeguato contraddittorio tra le diverse forze politiche. Conseguentemente, l’Autorità ha adottato dei provvedimenti di richiamo nei confronti di Rai, Mediaset, Sky e La7”.L’Autorità ha, inoltre, rivolto una raccomandazione generale a tutte le emittenti ad ampliare il tempo dedicato all’argomento referendario, un modo elegante per rispondere agli esposti presentati dal M5S e da Forza Italia contro la RAI, “ritenendo – si legge – il primo riassorbito dal provvedimento di richiamo sul pluralismo informativo dei soggetti politici e istituzionali e adottando un secondo provvedimento nei confronti di RAI3 finalizzato al rispetto dell’art. 8 del Regolamento della Commissione di vigilanza”.