L’Italia “schiacciata” tra recupero crediti pubblici e privati. Come difendersi?
Di Roberto Casalena
L’Italia sta diventando terra di pascoli per finanziarie recuperi crediti, oltre che per il Fisco.
Si è passati dal chiudiamo Equitalia, buffonata Renziana, di quando era al Governo, non cancellata come asserito da Renzi ma assorbita dal Fisco, che ha poteri ben più estesi, fino a mettere le mani direttamente sui c/c Fino ad una moltitudine di finanziarie, che si sono gettate come avvoltoi sui pacchetti a stralcio crediti da banche, società energetiche, e quant’altro.
Così capita, che i malcapitati, anche se a ragione, vengono perseguitati a vita fino alla tomba. Ma se si ha ragione, come difendersi dall’invadenza di costoro?
I casi sono due: 1) se si ha ragione non bisogna assolutamente pagare, ed attendere, eventualmente, la società di recupero crediti che vada in giudizio (ma se hanno torto, come spesso accade, non molleranno l’osso). 2) Pagare se si ha torto e se si hanno disponibilità. In alternativa, una mediazione.
E nei confronti del Fisco “malvagio” e vorace voluto da Renzi? Intanto non pagare più.
Poi, se si può, accettare le varie rottamazioni e se non si hanno le facoltà per non pagare? Allora, l’unica difesa è avere un c/c sempre in rosso, un prestito sul quinto della pensione o stipendio, macchina intestata a società terza, od in alternativa scudata dal bollo handicap, e possedere solo la prima casa, su cui il Fisco non può mettere le mani.
Così il Fisco con le cartelle ci potrà fare i coriandoli per carnevale.