Abbiamo sventato una deriva autoritaria

Di Rodolfo Violo

Ormai dobbiamo  preoccuparci  che chi ha il comando non voglia scivolare verso una deriva autoritaria.
Da tempo una parte politica dà segni di volere riaccentrare i poteri delle Regioni nello Stato.
Con la scusa della solidarietà, della emergenza, e dello stato di guerra contro
il virus, il governo cerca di farci accettare un regime.
Il sogno di questa ex maggioranza sembra essere stato quello di instaurare, di fatto, il socialismo reale, nel tentativo di aumentare il consenso promettendo di dare sussidi a tutti e bonus a pioggia.
Nei fatti l’ex governo non ha fatto nulla per lo sviluppo economico del Paese. Si è solo leccato i baffi per la grande abbuffata dovuta ai prestiti della Ue.
Ci mette agli arresti domiciliari, poi improvvisamente, decide di liberalizzare le attività ,facendo assumere le responsabilità dell’eventuale disastro alle Regioni ed ai datori di lavoro; poi richiude tutto e ci mette in cella da Natale, alla Befana.
Molti ancora non vedono la cassa integrazione.
Le Banche nonostante le assicurazioni dello Stato non danno soldi a credito perché non si fidano di uno Stato che non ha mai pagato i debiti.
Nel Paese c’è chi comincia a soffrire la fame; nel frattempo corrono affitti e tasse da pagare, si paga Imu e Tari  per seconde case.
Appare evidente  che si continua da parte della sinistra a rincorrere quell’ utopia che era stata sconfitta  con la caduta del Muro di Berlino e la fine  delle repubbliche socialiste  sovietiche.
Per contrastare queste pretese di revisionismo marxista i sovietici provocatoriamente affermarono che il loro socialismo era il socialismo reale,
sparito nei paesi socialisti e che sopravvive solo nel nostro Paese, dove  il PD al governo ha imposto a Conte, prima della caduta, di adottare misure draconiane.
Nella mente di chi ha preso il potere ci sono idee non liberali molto vicine alle utopie socialiste.
Ma come si può pensare che le banche le quali da sempre strozzano la gente dando i soldi solo a chi c’è l’ha, si fidino della garanzia dello Stato che non ha mai pagato nessuno?
Lo sa bene chi nella vita ha avuto la sventura di divenire creditore d’ imposta e lo sanno le imprese che devono avere somme da lavori, commesse  o forniture  di servizi effettuati per Enti pubblici.
Papa Francesco da parte sua ci esorta ad essere  generosi  con i poveri, con gli emigrati, con i malati, con coloro che sono deboli ed anche a pagare le tasse.
E’ suo compito farlo, del resto questo la Chiesa  lo ha sempre predicato, tranne nei periodi più bui per la fede, quando la Chiesa ha perseguito il potere temporale.
Ma la giustizia sociale non si puó risolvere con le elemosine, e del Welfare si deve far carico lo Stato.
Ma il primo obiettivo di un buon governo è l’incremento del PIL.
Se non c’è produzione non ci saranno risorse da poter ridistribuire.
Tutto questo è condivisibile ma la carità è una virtù teologale come
la fede e la speranza, non è un  imperativo che può essere imposto da leggi dello Stato, o almeno in uno Stato liberale non può decidere il governo, senza l’avallo
del Parlamento, a chi devono essere erogati i soldi.
Cristo ci ha ammonito con la parabola dei talenti Matteo 25,14-30. La parabola parla di un signore che parte per un viaggio e affida i suoi beni ai suoi servi.
A un servo affida cinque talenti, a un secondo due talenti e a un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l’importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto e lo sotterra. Quando il padrone ritorna apprezza l’operato dei primi due servi e condanna, invece, il comportamento dell’ultimo. Chi produce di più  ha più meriti di fronte al Signore.
Noi stiamo invece educando i giovani a non competere le comunità monastiche che seguivano delle regole, quella di San Benedetto era “Ora et labora “.
La solidarietà non può indurci a condividere delle politiche che sono sbagliate perché non producono nè benessere nè sviluppo.
Dobbiamo ripristinare il valore del merito ed educare i nostri  ragazzi all’ importanza dello studio della formazione del lavoro ,della produzione dei beni che servono a vivere.
Lo Stato dovrebbe  avere un ruolo importante  nel garantire  un giusto equilibrio tra produzione e ridistribuzione della ricchezza, ma questo non deve portare ad eccessi e misure sconsiderate.
Per troppo tempo si è pensato di vivere al di là delle reali possibilità  pensando che tutti abbiamo diritto a tutto, ma non è così.
A partire dalle riforme post sessantotto, abbiamo diseducato i nostri figli negando
le forme di educazione di un passato che venivano accusate di essere  classiste. Si è svuotata di contenuti la scuola tollerando il lassismo. 
Oggi  sembra  che molti pensino di realizzare una società  di nulla facenti assistita e tollerante. 
Il diritto di cittadinanza può  portare a pensare che comunque, debba esser lo Stato a provvedere ai bisogni del cittadino  abbiente, alimentando così solo illusioni. S’incoraggia i giovani ad evitare qualsiasi forma di competizione.
Se si tolgono risorse  ai mezzi ed ai sistemi di produzione progressivamente, si ridurrà  il PIL  e aumenterà  la povertà.
Possibile che i governi non se ne rendano conto ?
Eppure avete lavorato quaranta anni, magari, in una scuola o in una funzione pubblica o una attività autonoma.
Avete esercitato con  sacrificio una libera professione  versando i contributi, pagando le tasse, e avete fatto sempre il vostro dovere verso“lo  Stato “, per  cui avete lavorato con fedeltà ed onestá, mentre lo Stato vi tradisce ora che siete anziani o ritenuti tali. 
Non solo vi vengono negati i servizi, i trasporti, la sanità, ma lo smaltimento dei rifiuti  per cui pagate tanti soldi e non avete in cambio i servizi essenziali che
non funzionano. I trasporti pubblici urbani sono in una condizione  tragica.
La  Sanita soffre dei  tagli che ha avuto nel tempo. Anche la scuola ha subito tagli a non finire. Dagli ospedali meglio starne lontani ma purtoppo se si è gravemente malati non se ne può fare a meno. Anche  molti altri diritti vengono negati.
Nel  frattempo vi tolgono dalle pensioni pure i pochi soldi che vi spettano per darli a nulla facenti, evasori fiscali, spacciatori, rom e immigrati.
I navigatori del web hanno preso il potere e vogliono tenerlo  promettendo
di distribuire ora i nostri quattrini ai loro amici, oramai con il Covid-19 non ci sono più controlli su come si spendono i soldi.  Si annunciano flussi di denaro enormi, ma un euro che sia un euro, chi ne ha bisogno non lo vede ancora.

Rodolfo Violo, Prof. Di Architettura alla Sapienza di Roma

l'ECONOMICO

L'Economico, il primo quotidiano Social Network, sviscera in anteprima notizie di sanità, economia, politica argomenti che i mass media oscurano. La testata è aggiornata, e presenta al suo interno un portale in grado di offrire servizi.

Lascia un commento