Ecco perchè vincerà il Si al Referendum sul taglio dei parlamentari. Ma le riforme strutturali sono tutte in alto mare

Di Roberto Casalena

Sono ormai 40 anni che si parla di ridurre il numero dei Parlamentari, ma poi, una volta eletti, questi seppelliscono tutto. Il perchè è semplice. Alcuni partiti vogliono continuare a mantenere il numero delle poltrone, soprattutto quelli più piccoli, che altrimenti sono destinati a sparire.

Ora non è affatto vero che riducendo il numero dei parlamentari la democrazia sia a rischio. Intanto, perchè la copertura e le istanze dei territori, sono ampiamente coperte dalle nuove tecnologie che prima non vi erano( Youtube, Facebook, Linkedin, giornali, televisioni, ecc.).

Certo, questo è solo un primo passo per procedere ad una riforma elettorale, cioè sbarramento al 5%, e soprattutto eletti con le preferenze, e non come oggi in cui i candidati vengono eletti in base alle prime posizioni delle liste elaborate dai partiti, e quindi in funzione del numero dei voti che prendono.

Inoltre, c’è anche da sciogliere il nodo tra il sistema proporzionale e quello maggioritario infatti l’attuale sistema ha permesso di immettere persone poco qualificate e senza alcuna competenza, a sedere sugli scranni di Parlamento e Senato (Di Maio docet).

Dunque, votare Si significa soltanto ridurre i parlamentari ed aumentarne invece la qualità.

Inoltre, si dovrà procedere anche al taglio degli stipendi, che sono i più alti in Europa.

Tra l’altro, con meno parlamentari e più qualificati, si potrà ottenere un’accelerazione dei provvedimenti da approvare.

E chi sostiene che il taglio di onorevoli e senatori rischia di indebolire la democrazia, dice il falso solo per propri interessi.

Infine nella riforma che doveva essere approntata subito dopo la vittoria del Si, ci dovrà essere anche il taglio del personale di Camera e Senato, nonché degli stipendi che sono i più alti d’Europa.

E chi sostiene No al taglio mente sapendo di mentire.

Ma la vittoria del Si sarà l’unica che avrà messo in cassa il M5s da quando è al Governo(2 anni e mezzo), oltre quella del reddito di cittadinanza, che è un colabrodo.

Poi c’è da rilevare, ad onor del vero che il M5s ha imbucato tantissimi dei suoi in posti di rilievo pubblico, il che dimostra che l’avidità di potere fa parte anche del Dna del movimento, ne più ne meno come accade negli altri partiti.

Per ora le riforme strutturali di cui il Paese avrebbe bisogno (scuola, Fisco, sanità, giustizia, ricerca, infrastrutture, case popolari, pensioni, lavoro) oltre che il rilancio reale dell’economia restano solo nel libro dei sogni, tant’è che Salvini che non è un immobilista, ne tanto meno attaccato alle poltrone, accortosi dell’inganno M5s fece cadere il Governo.

Ora anche Zingaretti si sta accorgendo dell’inganno M5s soprattutto sul mancato accordo per le regionali. E così avvisa “i naviganti”: “Il Pd è ormai libero”.

Il che significa che se dopo le elezioni regionali e comunali ci sarà una debacle, come già annunciano i sondaggi, c’è anche il serio rischio che possa cadere il Governo per andare a nuove elezioni, sempre che Mattarella non abbia ancora voglia di esplorare il nulla, alla ricerca di qualche inciucio spaziale.

E già, perchè non consultare anche i marziani?

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