Come lo Stato controlla i conti correnti
Anagrafe tributaria e dei c/c: l’Agenzia delle Entrate mette sotto la lente di ingrandimento i depositi bancari e postali di tutti i cittadini italiani
Forse, non tutti sanno che lo Stato controlla i conti correntidei cittadini. Controlli che vengono fatti tramite l’amministrazione finanziaria, ossia l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Lo scopo di tali accertamenti è il contrasto all’evasione fiscale, ma spesso le verifiche si incrociano con la lotta ai crimini di maggior rilievo come il contrabbando, la criminalità organizzata, il commercio di sostanze stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, il terrorismo. Le attività criminali, come noto, offrono lauti guadagni ed è proprio intercettando tali guadagni che si riesce a colpire la malavita.
Il controllo dei conti correnti non lascia fuori nessuno: vengono messi al tappeto tanto i conti degli imprenditori quanto quelli dei privati – siano essi disoccupati o normali lavoratori -, quelli dei professionisti e dei pensionati.
Insomma, non c’è un conto corrente, bancario o postale, che sfugga alla lente d’ingrandimento delle autorità.
Ma come lo Stato controlla i conti correnti?Con quali strumenti e con quanta periodicità? Vediamo:
Quali conti correnti sono soggetti al controllo dello Stato?
Come detto, tutti i conti correnti sono sottoposti a costante controllo da parte dello Stato e delle autorità. E questo è comprensibile: al di là del fatto che l’evasione fiscale è radicata in tutte le fasce della popolazione, è anche frequente il ricorso ai prestanomi, soggetti incensurati e, di solito, poco “interessanti” da un punto di vista fiscale per nascondere i traffici illeciti.
Sono così soggetti aicontrolli dello Stato i conti correnti dei giovani disoccupati e quelli degli anziani pensionati, quelli delle società e quelli degli imprenditori individuali, quelli dei professionisti e dei lavoratori dipendenti.
Sono poi soggetti al controllo iconti correntibancari e quelli postali. Finiscono, quindi, nel calderone tutti i contratti stipulati con gli intermediari finanziari come l’acquisto e la gestione di un portafoglio di titoli di credito, i libretti di risparmio, le cassette di sicurezza.
Dunque, non appena un conto corrente nasce viene automaticamente “censito” dalla banca che comunica la sua esistenza all’Agenzia delle Entrate. Vediamo come:
L’Anagrafe tributaria
Per capire come lo Stato controlla i conti correntinon si può prescindere dall’Anagrafe Tributaria. Si tratta di una banca dati a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria (e quindi Agenzia delle Entrate, Finanza e Dogane), che raccoglie dati e notizie organizzati su scala nazionale potenzialmente rilevanti per la valutazione della capacità contributiva dei contribuenti ai fini dell’attività di accertamento.
In particolare, nell’archivio sono presenti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentati dai contribuenti, i versamenti delle imposte, le partecipazioni possedute in società di capitali, gli atti soggetti a registrazione come ad esempio i redditi da contratti di locazione, i dati contenuti nel catasto degli immobili, tutti i redditi di lavoroautonomo o dipendente e, tra questi ultimi, quelli percepiti dai datori di lavoro privati o da enti esterni. Vi rientrano infine le pensionie l’intestazione di polizze assicurative(tranne quelle sulla responsabilità civile).
Nell’Anagrafe tributaria sono poi contenuti i dati e le notizie riguardanti i contratti di somministrazione di energia elettrica, di servizi di telefonia fissa, mobile e satellitare, di servizi idrici e del gas, nonché i dati catastali degli immobili presso i quali sono attivate le utenze, così come dichiarati dagli utenti stessi. Vi rientrano infine i dati anagrafici dei propri clienti, compreso il codice fiscale, con i quali hanno stipulato contratti in essere con riferimento al bene e ai corrispettivi percepiti nell’anno di riferimento.
L’Archivio dei rapporti finanziari
Una sezione dell’Anagrafe Tributaria si chiama Archivio dei rapporti finanziari(più comunemente nota con il nome di «Anagrafe dei conti correnti»). In esso, confluiscono le informazioni che banche ed altri intermediari finanziari hanno l’obbligo di trasmettere, con riferimento a:
- esistenza e natura dei rapporti da essi intrattenuti (dal 1° gennaio 2005): conti correnti (bancari o postali), deposito titoli, cassette di sicurezza, libretti di risparmio o al portatore, aperture di credito, mutui, ecc..
- saldo conto e lista dei movimenti in entrata e in uscita dai suddetti conti: bonifici effettuati, bonifici ricevuti, versamenti di contanti sul conto, giroconto, ecc..
- operazioni eseguite con i contribuenti al di fuori di un rapporto continuativo, cosiddette operazioni “extra-conto” (a decorrere dal 1° gennaio 2006);
- movimentazioni che hanno interessato i predetti rapporti (a decorrere dal 1° gennaio 2012);
- valore medio di giacenza annuo di depositi e conti correnti bancari e postali (dal 2014);
- rapporti finanziari di soggetti non residenti (dal 2016).
I dati e le notizie così raccolti sono utilizzati dall’Agenzia delle Entrate e/o dalla Guardia di Finanza per l’esecuzione delle indagini finanziariee possono essere utilizzati anche per la formazione di liste selettive di contribuenti da sottoporre a specifico controllo.
Come lo Stato controlla i conti correnti
Da quanto sopra detto si intuisce chiaramente che lo Stato controlla i conti correnti tramite l’Archivio dei rapporti finanziari. Questo archivio è formato dalle stesse banche e uffici postali che effettuano una comunicazione periodicaall’Amministrazione finanziaria di tutti i rapporti in essere coi cittadini.
Gli operatori finanziari devono effettuare le seguenti comunicazioni:
- comunicazioni mensili: dati anagrafici e codici fiscali del soggetto, tipo di rapporto attivato o cessato con l’intermediario e ruolo rivestito dal soggetto. Sono comprese le operazioni extra-conto riferite sia a chi è già in possesso di altri rapporti presso lo stesso intermediario che a clienti occasionali;
- comunicazioni annuali: saldi, movimenti e giacenze medie relativi ai rapporti comunicati; rapporti finanziari di soggetti non residenti in attuazione della cooperazione internazionale.
Grazie all’Anagrafe dei conti correnti, lo Stato può verificare tutte le attività che i contribuenti hanno svolto sul proprio conto e su quelli di terzi (versamenti, giroconti, bonifici) in modo da contrastare evasione fiscale e criminalità.
Lo screening, come detto, avviene sulla base delle comunicazioni effettuate una volta all’anno dagli intermediari finanziari.