Riforma catasto. Super tasse in arrivo sugli immobili. Un algoritmo stabilirà il valore

Inserito nel piano nazionale delle riforme che arriverà dal Def, il progetto di riforma del catasto riprende il proprio cammino dopo che il disegno del governo Renzi era stato stoppato per l’osservanza della clausola della varianza per la tassazione sugli immobili. Tuttavia c’è il timore che possa nuovamente aumentare il carico fiscale sulle spalle dei cittadini. A tal proposito Confedilizia ha voluto mandare un allarme al governo Gentiloni esprimendo tutta la propria preoccupazione. “Non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso – si legge nella nota di Confedilizia -, checché ne dica la Commissione europea, che inserisce pigramente il tema catasto nelle sue rituali raccomandazioni copia e incolla, senza avere un minimo contatto con la realtà. Per il settore immobiliare l’urgenza non è la riforma del catasto, ma una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l’economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile”.

Riforma catasto 2017: novità e conseguenze sulle tasse

Lo schema di base è quello del governo Renzi ma ci sono delle novità importanti di tipo tecnico con possibili conseguenze a livello fiscale. Il valore medio di mercato sarà stabilito dall’Agenzia delle Entrate mediante un algoritmo che tiene conto, tra le altre cose, dell’ubicazione, dell’anno di costruzione e del pregio dello stabile. Secondo i tecnici se è innegabile che l’obiettivo della riforma del catasto è aumentare le entrate dagli immobili, dall’altro si otterrà un effetto di pressione fiscale sulle case più equa perché, ad esempio, gli immobili in centro non saranno più posti sullo stesso livello di quelli in periferia.Eppure che il rischio di aumento delle tasse sugli immobili è alto è confermato anche dalla clausola che il precedente governo aveva posto esplicitamente alla riforma del catasto, ovvero la varianza del gettito. Clausola che scatenò il dibattito tra governo e sindacati di categoria sull’interpretazione da dare alla stessa, ovvero se limitare la varianza al singolo comune o se calcolarla a livello nazionale. L’ipotesi che il governo rimetta mano alla riforma del catasto nel prossimo Def ha già messo in allarme la confederazione dei proprietari immobiliari che ha ricordato come la vera urgenza del settore del mattone sia la riduzione del carico fiscale. Tra le richieste quella di estendere l’opzione cedolare secca anche ad immobili strumentali, capannoni e negozi.

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