I politici nel governo Draghi? Una trappola. Ecco perché
Di Roberto Casalena
Dopo il primo giro di consultazioni da parte di Draghi è emerso che tutti i partiti, eccetto Fratelli d’Italia, si sono resi disponibili a partecipare alla nascita di un nuovo governo. Ma il trucco c’é ma non si vede, almeno a prima vista.
Infatti, alcune forze politiche, ad iniziare dal M5S, chiedono di poter far parte del nuovo esecutivo, e vorrebbero anche dettarne i nominativi per i ministeri, il che significherebbe per Draghi avere le mani legate nell’attuazione del suo programma.
Ma il Presidente della Repubblica, Mattarella, è stato chiaro nell’affidare l’incarico esplorativo a Draghi, e non ha affatto accennato dell’intrusione dei partiti nell’esecutivo.
Cioé, mano libera a tutto campo per l’ex Presidente della BCE, per portare avanti il suo programma per cercare di salvare l’Italia dal baratro aperto dal governo Conte.
Dunque, se Draghi accetterà l’incarico dovrà poter galoppare a briglie sciolte, senza dovere ottenere, di volta in volta, il placet di ministri politici, altrimenti ci sarebbe il rischio di ulteriore paralisi, come nel governo precedente.
Per cui i partiti dovranno necessariamente fare un passo indietro, e rispettare gli intenti di Mattarella, cioè l’ultimo tentativo prima che si spalanchino i seggi per elezioni anticipate, che tra l’altro sarebbero distastrose per il M5S e Pd.
E, quindi,Draghi dovrà necessariamente escludere la politica all’interno del governo.
Leggi e decreti, poi, troveranno, di volta in volta, il sostegno dei partiti, compresa la Meloni, se giudicati utili e necessari per il bene del Paese.
Se, poi, Draghi dovesse scegliere diversamente, gli consigliamo come estrema ratio, di affidare un solo incarico politico in un ministero, e nominativi scelti da lui. Meno galletti ci sono a starnazzare e meglio é.
I partiti dovranno solo accettare le line guida che Draghi stilerà, se si vuole navigare verso l’interesse per salvare l’Italia.
E per quanto riguarda il totonomine, soprattutto tenendo conto della meritocrazia, suggeriamo a Draghi di prendere in considerazione la figura di Massimo Barra, per il Ministero della Sanità, ex Presidente della Croce Rossa Italiana e poi di quella internazionale, che ha un curriculum che per leggerlo occorre almeno una giornata.
Altro che bibitari, grillini farneticanti e quaquaraquà.