Il nuovo governo è nato già zoppo. Più politici che tecnici. E Di Battista e seguaci (40 tra deputati e senatori) hanno lasciato il M5S, e sono passati all’opposizione

Consigli a Draghi su come ottenere 200 miliardi di euro annui strutturali. Altro che Recovery Found

Di Roberto Casalena

Il fronte del no del M5S, capeggiato  da Di Battista, ha ottenuto il 40% dei consensi nella piattaforma Roussou ( anche se gli iscritti sono 4 gatti, circa 80.000 , e sempre che i risultati esternati siano veritieri).

E così, anche se in minoranza, Di Battista e company se ne sono andati per la loro strada, sentenziando definitivamente il “de profundis” dei 5S.

Ed ancora ci si chiede come mai Grillo, quello del vaffa, abbia deciso di partecipare all’Armata Brancaleone dell’esecutivo Draghi.

Sicuramente per una questione di poltrone, ben sapendo che se si fosse andati ad elezioni anticipate, il M5S sarebbe stato polverizzato.

A rischiare, però, non sono solo i pentastellati, ma anche Zingaretti, che ormai assomiglia sempre più ad una Ameba, senza spina d’orsale.

Ed il trasformismo di Grillo e Di Maio, che si erano sempre schierati contro Salvini e Fi, oltre che il Pd,sostenendo che mai si sarebbero uniti a loro, è la dimostrazione palese che i grillini sono del tutto inaffidabili, oltre che privi di idee e programmi.

E per fortuna, alla fine, se ne è accorto anche Renzi.Infatti il Conte bis non ha fatto neanche una riforma strutturale, ed è stato solo capace di dire faremo.

E quando, finalmente, si andrà a nuove lezioni,Pd e M5S se ne accorgeranno.

E gli alti “papaveri” dei 5S torneranno presto a fare chi il comico, chi a vendere patatine e bibite, e se qualcuno, per caso, ha voglia di lavorare ed una zappa, a provare nell’agricoltura.

Ed i voti del M5S di memoria grillina passeranno a Di Battista “il puro” o alla Lega.

Poi, ci sarebbe da chiedersi quali poteri forti ed occulti abbiano spinto Grillo ad appoggiare Draghi, che, tra l’altro, proverà a governare a modo suo, ascoltando i partiti della coalizione, ma , poi, decidendo sul da farsi, ben sapendo che nessuno vuole tornare alle urne.

Il nostro giornale, comunque, aveva già anticipato che il Conte Ter non sarebbe mai nato, e che Draghi sarebbe diventato il nuovo Presidente del Consiglio, andando contro il chiacchiericcio quotidiano da salotto, di finte Cassandre, che sulla stampa e Tv ipotizavano il nulla, con i bla-bla consueti, ed anche ben remunerati.

E Conte? Asfaltato da Renzi, anche se ora Di Maio lo propone come leader del movimento.

E Zingaretti, intanto, sembra essere rimasto contento di aver perso uno scomodo inquilino, un Conte più dedito a fare il ducetto narciso che all’ascolto.

Tant’è che nel suo mandato non ha effettuato neanche una riforma strutturale. Comunque, anche Zingaretti è in bilico, e la sua leadership verrà messa in discussione nel prossimo congresso, che dovrebbe tenersi tra Ottobre-Novembre, se non ad inizio 2022.

Draghi, comunque, ha una preparazione tecnico-politica di gran lunga superiore a quella di Conte, ed è uomo contrario alle apparizioni quotidiane del nulla, ma deciso a comunicare  solo i fatti compiuti.

Ed avendolo conosciuto da ragazzo,nei ritiri vacanzieri laviniensi, gli auguriamo di farcela a far decollare l’Italia, dopo i disatri combinati da Conte, che,inoltre, ha fatto lievitare il debito a livelli stratosferici.

Se , poi,  ci chiedesse consigli, pronti a fornirli.

Molte idee e programmi sono già esplicitati nel nostro movimenti politico “ Pensiero Libero”, ad iniziare dalla ricetta sul come ottenere 200 miliardi di euro annui strutturali in più, per rilanciare alla grande il Paese, e per ridurre il debito pubblico. Altro che Recovery Plan.

l'ECONOMICO

L'Economico, il primo quotidiano Social Network, sviscera in anteprima notizie di sanità, economia, politica argomenti che i mass media oscurano. La testata è aggiornata, e presenta al suo interno un portale in grado di offrire servizi.

Lascia un commento