La ricetta per l’aldilà che nessuno dà. Religioni monoteiste avide e prive di ricerca spirituale
La ricetta per l’aldilà. Le religioni provino a comprendere e spiegare il mistero del post mortem, e il suo stargate di accesso, giacchè nessuna delucidazione è data, solo indottrinamento e dogmi, pur di restare sul vertice della montagna del vitello d’oro. A dire il vero, alcuni casi isolati esistono nel panorama religioso e filosofico, i francescani nella chiesa cattolica, od i buddisti, che non si incensano, ma perseguono l’autentica via della spiritualità. Nella chiesa cattolica, l’escalation del potere è iniziato con le Crociate, e poi con i roghi, la caccia alle streghe, le decapitazioni, ora ben emulati da altri fanatici i tagliagole del Califfato, dietro i quali si cela più il potere politico, che l’islam. Papa Francesco, a fatica sta tentando di “purgare” il potere precostituito, ma fatica non poco, causa le forti resistenze dettate da certe usanze, e riti sacrali ancora in essere. Cardinali vestiti di lusso sfrenato, possessori di conti correnti da sogno, di appartamenti ristrutturati con i soldi destinati ai poveri o agli istituti di cura per bambini. Ma codesta è routine, e ce ne affranchiamo volentieri, noi amiamo tornare alle spiegazioni non date da ciò che si professa vera e unica fede. Certo, si può credere, nessuno biasima, ma una, seppur minima spiegazione, su come accedere all’aldilà dovrebbe esser fornita. Si effettuano ricerche sui profili di possibili Santità, si scava, si elemosinano prove, ma sul “luogo non luogo” nessuna ricerca scientifica. Così, ci prendiamo noi la briga di fornire qualche semplice idea agli “esimi luminari” del pulpito”, che spesso predicano bene ma razzolano male: campo base la natura sovrana. È d’uso esser convinti che il Padre Eterno ascolti, ed accolga le preghiere di ogni singolo, ed in tutte le lingue. Falso. L’unica cosa che ci lega all’entità è il pensiero, l’unico in grado di bucare l’infinito in un secondo. Detto ciò, riteniamo possibile che l’anima, una volta sganciatasi dal corpo, viaggi attraverso l’energia-pensiero. A questo punto sorge la difficoltà, non secondaria, del riconoscimento, che non avviene tra buoni e cattivi, ma probabilmente sul colore impresso. Se sarà bianco si sarà catturati dalla luce del pensiero energia, altrimenti saremo rinviati ad un nuovo ciclo vitale sul pianeta azzurro. Noi, autentici protagonisti delle nostre esistenze, attraverso i nostri comportamenti, ci autoassolveremo, senza sacramento confessionale, e daremo il bianco come colore all’anima. Si dirà che stiamo parlando di una teoria azzardata (qualcuno la smentisca se vuole), ma ci sembra l’unica via percorribile che possa unire l’anima ad un suo processo evolutivo.